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Fo: ''Poetico discorso Papa''. Scola: ''Anche il più freddo ateo sente pulsione anima''

27 aprile 2014 | 12.49
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Fo: ''Poetico discorso Papa''. Scola: ''Anche il più freddo ateo sente pulsione anima''

Roma, 27 apr. (Adnkronos/Ign) - L'ateo Ettore Scola che promuove la ''grande regia'' della cerimonia di San Pietro, Dario Fo che trova ''momenti di poesia'' nel discorso di Papa Francesco e Pupi Avati che si commuove davanti all'applauso dedicato alla famiglia. Registi e attori commentano le immagini della canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII.

ETTORE SCOLA - ''Ho visto la cerimonia di San Pietro anche con gli occhi del regista, c'è una grande regia secolare, esperta, sentita, una regia al tempo stesso privata e pubblica. Passa subito l'esame''. Così il regista Ettore Scola commenta la grande mobilitazione di popolo per la canonizzazione di Giovanni Paolo II e Giovanni XXIII. Il regista di capolavori come 'C'eravamo tanto amati' e 'La famiglia' intravede dietro la grande partecipazione all'evento anche il tema della crisi: ''Nei periodi più bui non è che aumenta la fede ma aumenta il bisogno di credere. E sicuramente anche il più freddo e il più convinto ateo sente questa pulsione dell'anima, il bisogno di rivolgersi a pensieri più alti''.

DARIO FO - "Non ho seguito con attenzione il rito di Piazza San Pietro ma il discorso di Papa Francesco lo ho ascoltato parola per parola, e mi è piaciuto". Così all'Adnkronos il premio Nobel Dario Fo, uno dei laici 'eccellenti' che seguono con intereresse il nuovo corso di Papa Bergoglio. "Ho apprezzato in particolare - dice Fo - i passaggi in cui tratta un nuovo modo di concepire la vita civile, la vita di tutti i giorni, e gli accenni al potere e a chi lo gestisce in modo scellerato". Non solo. Dario Fo vede "momenti di forma poetica" nella parte dell'omelia dedicata al racconto della vita dei due nuovi santi: "un discorso molto bello, anche se personalmente preferisco Papa Francesco quando va 'a soggetto', o come diciamo noi in teatro 'all'improvvisa', perché è lì che è capace di dire le cose più nette e più dure".

PUPI AVATI - "Sono commosso, sono immagini potenti che danno l'idea dell'unità della famiglia, tema centrale della Chiesa". Così il regista Pupi Avati le immagini della canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II in corso a piazza San Pietro, celebrata da papa Francesco, che durante la cerimonia ha definito Wojtyla "il papa della famiglia". "Questo passaggio di Bergoglio -sottolinea Pupi Avati- ha avuto un grande applauso, perché il tema della famiglia oggi è centrale e sono convinto che tutti i milioni di persone che seguono la cerimonia, sia dalla piazza che dalla tv, lo condividano. Il dovere principale della Chiesa è guardare alla famiglia con maggiore attenzione di quanto non facciano i governi". Secondo il regista di 'Regalo di Natale', "al di là dei numeri e delle presenze alla cerimonia di oggi, le immagini diffuse da tutte le televisioni fanno capire che assistiamo a momento unico nella storia della Chiesa: in duemila anni non è mai accaduto che due papi celebrassero santificazione di altri due papi, e difficilmente accadrà in futuro. E' stato profondamente toccante -afferma Avati- vedere tornare Benedetto XVI nella titolarità del suo ruolo, nonostante le dimissioni". E conclude: "La potenza della Chiesa oggi sta proprio nella sua duttilità, nella sua capacità di comunicare con gli umili, e la cerimonia di oggi è una manifestazione di vicinanza. Quello che è stato in fondo il pontificato di Wojtyla e soprattutto quello attuale di Francesco".

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