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Foibe, Bussetti: "Parlarne non è propaganda"

07 febbraio 2019 | 19.34
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“Sono un cultore dell’autonomia scolastica. E nel pieno rispetto delle prerogative di docenti e dirigenti scolastici, mi auguro che si possa offrire agli studenti una piena conoscenza di questa dolorosa pagina della storia italiana. Gli studenti potranno trarre utili insegnamenti per sviluppare un’autentica cultura del rispetto dell’altrui Identità. Per questo, trovo incomprensibile qualsiasi atteggiamento di chiusura rispetto a eventi, incontri, dibattiti, proiezioni di film e quant’altro possa contribuire a favorire la conoscenza di quei fatti. Parlare delle persecuzioni contro gli italiani non è propaganda politica ma un dovere morale oltre che una necessità didattica per conoscere e comprendere il corso della Storia”. Ad affermarlo all'Adnkronos è il ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, interpellato sulla vicenda denunciata dal deputato di Fdi Federico Mollicone, che ha denunciato come gli fosse stato vietato di entrare in diversi licei romani, chiedendo al ministro di intervenire "a tutela delle prerogative dei parlamentari ma soprattutto del rispetto della legge 92 del 30 marzo 2004 che istituisce il 10 Febbraio come ‘Giornata del Ricordo'".

"Nessuna pagina della storia deve essere 'negata' perché sgradita - aggiunge Bussetti - Il negazionismo va sempre rigettato. Nel caso delle foibe e delle persecuzioni anti-italiane sul confine orientale, abbiamo il dovere di ricordare una vicenda particolarmente dolorosa e cruenta del Novecento. Migliaia di persone furono uccise in quanto italiane, senza colpa. Per lo stesso motivo, centinaia di migliaia di uomini e di donne hanno dovuto abbandonare quelle terre e tutto quello che avevano per rifugiarsi all’interno dei nuovi confini nazionali. Una catastrofe. Cancellare o minimizzare questa vicenda storica significa oltraggiare nuovamente le vittime di allora e i loro discendenti. Non sarebbe giusto".

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