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Fondazione Open, Renzi si difende: "Massacro mediatico"

26 novembre 2019 | 19.27
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Inchiesta sulla fondazione renziana, perquisizioni in 11 città. Il leader di Italia Viva: "Mi scuso con persone per bene 'colpevoli' di aver dato fondi. Indagano stessi pm che arrestarono i miei". Di Maio: "Tutti si sottopongano a Commissione inchiesta"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Questa mattina centinaia di finanzieri in tutta Italia hanno perquisito all'alba abitazioni e uffici di persone fisiche e giuridiche 'colpevoli' di aver finanziato la Fondazione Open. Un'operazione in grande stile, all'alba, di forte impatto mediatico". Lo scrive Matteo Renzi in un lungo post su Facebook dopo le perquisizioni a Firenze e in altre 10 città legate a un'indagine della procura sulla fondazione Open. "Chi ha finanziato in questi anni la Fondazione Open - sottolinea ancora - ha rispettato la normativa sulle fondazioni. Cosa facesse la Fondazione è noto, avendo - tra le altre cose - organizzato diverse edizioni della Leopolda. E se è giusto che i magistrati indaghino, è altrettanto giusto che io mi scusi con decine di famiglie per bene che stamattina all'alba sono state svegliate dai finanzieri in tutta Italia solo perché un loro congiunto ha sostenuto in modo trasparente la nostra attività politica".

"Qualcuno prima o poi - scrive ancora il leader di Italia Viva - unirà i fili di ciò che è successo in questi mesi: a me sembra tutto molto chiaro. Basta avere un po’ di pazienza e a noi la pazienza non manca. Lasciamo che ci siano le indagini, i processi, le sentenze. E rispettiamo il lavoro dei giudici, dei finanzieri, dei giornalisti. Noi - spiega - siamo per la trasparenza, sempre. E i processi li vogliamo fare nei tribunali, non nei social".

Renzi chiede poi "un aiuto. Chi si ribella a questo massacro mediatico e vuole sostenerci non faccia mega versamenti ma piccole donazioni da 5, 10, 100, massimo 1.000 euro a questo link italiaviva.it/sostieni. Il crowdfunding sarà la nostra risposta al crollo delle donazioni che ovviamente avremo. Sono giunto al paradosso - scrive ancora - di dare un suggerimento per il futuro alle aziende: vi prego NON FINANZIATE Italia Viva se non volete passare guai di immagine. È un paradosso perché proprio noi avevamo voluto l’abrogazione del finanziamento pubblico e un sistema trasparente di raccolta fondi all’americana".

E riguardo alle reazioni sul caso degli avversari politici, Renzi spiega: "Se altri partiti utilizzano questa vicenda per chiedere commissioni di inchiesta sui partiti e sulle fondazioni io dico che ci sto. Anzi, rilancio: dovremmo allargare la commissione di inchiesta anche a quelle società collegate a movimenti politici che ricevono collaborazioni e consulenze da società pubbliche. Italiane, certo. Ma non solo italiane".

Il leader di Italia Viva punta quindi il dito: "La decisione" delle perquisizioni di oggi legati all'inchiesta sulla Fondazione Open "è stata presa dai pubblici ministeri di Firenze, Creazzo e Turco, titolari anche di altre inchieste: sono loro, ad esempio, ad aver firmato l’arresto per i miei genitori, provvedimento - giova ricordarlo - che è stato annullato dopo qualche giorno dai magistrati del Tribunale del Riesame. Ma il danno mediatico, e psicologico, ormai era già stato fatto".

"Andremo avanti - assicura - più determinati di prima sui nostri temi. Decisi a lottare sulle tasse, sul debito, sul piano shock per i cantieri. Che le nostre battaglie abbiano un senso lo vediamo ogni giorno: prima ci ignorano, poi ci attaccano, alla fine ci danno ragione. Lo abbiamo visto su Iva e auto aziendali, lo vedremo su plastica e Italia Shock".

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