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Truffa prescritta per Bossi e Belsito. Resta confisca 49 mln a Lega

06 agosto 2019 | 13.54
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La decisione della Cassazione. Il sostituto procuratore generale aveva chiesto di confermare la sentenza della Corte d’Appello di Genova. Salvini: "A me non cambia niente"

(Fotogramma)
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Prescritto il reato di truffa per l’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito e per Umberto Bossi nell’ambito del processo sulla truffa ai danni dello Stato sui rimborsi elettorali. Lo ha deciso la Cassazione che ha annullato senza rinvio per prescrizione la condanna per truffa nei confronti di entrambi. Resta ferma la confisca diretta dei 49 milioni a carico della Lega. Cadono invece le confische per equivalente nei confronti di Bossi e Belsito.

Il verdetto dei giudici della Suprema Corte (sezione feriale penale) arriva dopo le 21 dopo oltre quattro ore di camera di consiglio. Al termine della sua requisitoria in udienza, il sostituto procuratore generale della Cassazione Marco Dall’Olio aveva chiesto di confermare la sentenza della Corte d’Appello di Genova del 26 novembre scorso.

Per Belsito resta in piedi il reato di appropriazione indebita per il quale la Suprema Corte ha rinviato di nuovo al giudizio di Appello per rideterminare la pena, come permangono ancora gli eventuali risarcimenti alle parti civili Camera e Senato. Quanto ai tre ex revisori dei conti della Lega Nord, la Cassazione ha assolto Stefano Aldovisi dalla condanna a 4 mesi, mentre sono state confermate le condanne a 8 mesi per Diego Sanavio e Antonio Turci per indebita percezione.

"Sono anni che vanno avanti con questi 49 milioni, a me non cambia niente. Non mi cambia la vita" ha commentato il vicepremier e ministro dell’Interno, Matteo Salvini.

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