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Fontana: "Voltare pagina e andare oltre"

27 luglio 2020 | 11.03
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Il presidente della Regione Lombardia intervenendo al Consiglio regionale sull’emergenza coronavirus e l’indagine che lo vede coinvolto sulla fornitura di camici alla Regione da parte dell’azienda del cognato: "Contro di me polemiche sterili e strumentali". Poi sottolinea: "Giorno dopo giorno la verità si imporrà". Su Facebook: "Emersi elementi indagine per destabilizzare giunta"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

Ho riflettuto se essere qui, per non fornire un’ulteriore cassa di risonanza a polemiche sterili, strumentali e lesive della mia persona e della mia carica”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, intervenendo al Consiglio regionale della Lombardia sull’emergenza coronavirus e l’indagine che lo vede coinvolto sulla fornitura di camici alla Regione da parte dell’azienda del cognato. “Ma ho deciso di essere qui non solo per riaffermare la verità dei fatti, ma per voltare pagina e andare oltre”, ha aggiunto.

“Sapevo che Dama si era dichiarata disponibile a rendersi utile nella situazione di emergenza. L’assessore Cattaneo ha interpellato Dama e altri imprenditori che si erano resi disponibili e queste cinque aziende sono state tutte coinvolte. Tutte e cinque queste aziende hanno visto acquistate le loro merci con quantità e costi differenti", con operazioni "autorizzate dalla procedura semplificata" del governo., ha affermato Fontana nel registro degli indagati per la fornitura di camici da parte dell’azienda del cognato, la Dama Spa, su cui ha denunciato “un’informazione faziosa”.

Fontana ha spiegato che “solo il 12 maggio scorso sono stato informato che la fornitura di camici da parte della Dama Spa era a titolo oneroso. Sono tuttora convinto che il negozio sia del tutto corretto, ma, perché il male è negli occhi di chi guarda, ho chiesto a mio cognato di rinunciare al compenso per evitare strumentalizzazioni”. Ora “la magistratura sta lavorando, ipotizzando una diversa ricostruzione del mio coinvolgimento nei fatti”, ha aggiunto.

“Io ho voluto alleviare l’onere dell’operazione, partecipando personalmente alla copertura di parte del mancato introito. E’ stata una decisione spontanea. Con il mio legame avevo solo arrecato svantaggio ad un’azienda legata alla mia famiglia. Io però non posso tollerare che si dubiti della mia integrità e di quella dei miei familiari. Il mio coinvolgimento -ha concluso- è stato quello illustrato e Regione Lombardia non ha speso un euro per la fornitura di 50mila camici”.

Fontana ha sottolineato che quella della fornitura di camici dall'azienda del cognato è una vicenda "molto semplice ed oso dire banale", divulgata "dalla più faziosa informazione con il refrain, ripetuto all’inverosimile: 'Dama, l’azienda del cognato del presidente Fontana, cui partecipa al 10% sua moglie Roberta'". Ora "se ne sta interessando la magistratura, che sembrava voler cercare un mio 'ruolo attivo' nella fornitura di quei camici e da pochi giorni ho appreso che mi attribuisce un ruolo nella cosiddetta trasformazione della fornitura da onerosa a gratuita".

Fontana ha sottolineato di aver saputo che "Dama si era dichiarata disponibile a rendersi utile, ad offrire un contributo per rispondere all’emergenza Covid-19. Lo aveva già fatto in precedenti occasioni, ed anche la fornitura dei camici rientrava, per me, nell’ambito della predetta disponibilità". Disponibilità data anche da altre quattro aziende, contattate dall'assessore regionale all'Ambiente, Raffaele Cattaneo.

"Dei rapporti negoziali Aria-Dama nulla ho saputo fino al 12 maggio scorso, data in cui mi si riferiva che era stata concordata una rilevante fornitura di camici a titolo oneroso. Sono tuttora convinto che si sia trattato di un negozio del tutto corretto". Il presidente della Regione Lombardia ha poi però chiesto "a mio cognato di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e strumentalizzazioni e di considerare quel mancato introito come un ulteriore gesto di generosità".

E ha poi precisato di aver "spontaneamente considerato di alleviare in qualche modo l’onere dell’operazione, partecipando personalmente, proprio perché si trattava di mio cognato, alla copertura di una parte di quell’intervento economico. Si è trattata di decisione spontanea, volontaria e dovuta al rammarico nel constatare che il mio legame di affinità aveva solo arrecato svantaggio ad una azienda legata alla mia famiglia. E così quel gesto è diventato sospetto, se non addirittura losco".

Non è vero, secondo Fontana, "che la rinuncia al pagamento, definita 'donazione' con spirito del tutto irridente e poco nobile, sia dipesa dalla presenza di Report, 'che già stava interessandosi alla fornitura camici'". Report in realtà si è palesata con le prime domande sul punto solo il 1 giugno, quando erano già trascorsi 18 giorni", ha spiegato.

"Nulla ho saputo dei rapporti negoziali a titolo oneroso fra Dama e Aria fino al 12 maggio: questo ho inteso esprimere quando ho affermato di essere completamente estraneo e ignaro della fornitura onerosa in questione", ha sottolineato Fontana.

Complessivamente la Regione Lombardia ha speso 365 milioni di euro per acquistare dispositivi di sicurezza individuale, “seguendo le procedure previste e autorizzate dal Governo per affrontare l’emergenza”, ha detto ancora Fontana. In Lombardia, ha ricordato, ci sono state "oltre 33mila donazioni per oltre 53 milioni di euro, ai quali si aggiungono oltre 131 milioni raccolti direttamente dagli ospedali lombardi. Ogni euro raccolto e speso ha una sua giustificazione, una motivazione e una rendicontazione".

Aria, la società di gestione degli acquisti di Regione Lombardia, "si è fatta carico di svolgere un compito di proporzioni gigantesche, in uno scenario di mercato, nazionale e internazionale, molto complicato", rispettando le regole dettate dall'emergenza coronavirus., ha detto ancora il presidente della Regione Lombardia sottolineando: "Alla luce di questa enorme mole di lavoro, vorrei perciò spendere una parola per il dottor Filippo Bongiovanni", ex direttore generale di Aria, "che in una fase difficile ha svolto il suo compito di civil servant con passione, competenza e senza mai venir meno all’assunzione delle proprie responsabilità. Esempio di una Pubblica Amministrazione che non si muove solo con logiche difensive, ma che prova ad intervenire e rispondere alle necessità dettate dell’emergenza".

"Sono convinto che giorno dopo giorno la verità si imporrà", ha poi affermato Fontana ribadendo il ringraziamento "a medici, infermieri, operatori sanitari, volontari della Protezione Civile, che hanno dato una testimonianza esemplare di abnegazione e dedizione. Voglio ringraziare tutti le ricercatrici e i ricercatori lombardi, che hanno sviluppato studi e ricerche sulle origini del virus, le sue caratteristiche, i suoi mutamenti, un lavoro straordinario che assicura alla Lombardia di essere sempre all’avanguardia e capofila nel Paese". E ha ringraziato anche "i nostri Irccs, le strutture pubbliche e private che hanno cercato di affermare, con un lavoro quotidiano paziente e silenzioso, il valore della ricerca ed il rigore del metodo scientifico, in un periodo in cui l’ubriacatura mediatica ha portato spesso ad oscurare la lucidità di ragionamento, alla ricerca solo di colpevoli da condannare".

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