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Terrorismo, marocchino arrestato a Cosenza: "Ero in Turchia solo per pregare"/Video

25 gennaio 2016 | 07.34
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Terrorismo, marocchino arrestato a Cosenza:

Operazione antiterrorismo della Polizia di Stato in Calabria. Gli agenti della Digos della Questura di Cosenza, coordinati dal Servizio centrale Antiterrorismo, hanno arrestato all'alba un marocchino di 25 anni, Hamil Mehdi, radicalizzato e residente a Luzzi, che era pronto, riferisce una nota della Polizia, a raggiungere gli scenari di guerra.

E' indagato per i reati contemplati dalla nuova legislazione antiterrorismo, introdotta dalla legge n. 43 del 17 aprile 2015, con particolare riferimento alla fenomenologia dei cosiddetti foreign fighters.

Il marocchino il 10 luglio del 2015 aveva raggiunto la Turchia ma era stato fatto rientrare in Italia dopo che le autorità turche, d'intesa con gli uomini dell'Antiterrorismo italiano, ne avevano evidenziato la pericolosità respingendolo per motivi di "sicurezza pubblica".

Dopo il suo rientro dalla Turchia il 25enne, che svolge l'attività di commerciante ambulante, è stato tenuto sotto controllo dagli uomini della Digos della questura di Cosenza.

"Sono andato in Turchia solo per pregare" si è giustificato davanti ai poliziotti andati ad arrestarlo. Il giovane ha sempre negato di essere vicino all'Is.

Stando a quanto emerso dall'indagine, Hamil Mehdi lo scorso mese di settembre voleva andare in Belgio ma è stato costretto a desistere dal suo intento per questioni familiari. Sono emerse tra l'altro triangolazioni del marocchino con altri soggetti arrestati per terrorismo tra cui El Khazzani, coinvolto nell'attentato sventato del treno Amsterdam-Parigi dello scorso agosto.

Hamil Mehdi, secondo quanto riferito da investigatori e inquirenti, scaricava contenuti terroristici e immagini della jihad con una frequenza tale da non fare ritenere che si trattasse di una semplice simpatia ma ha portato al fondato sospetto che si potesse concretizzare un'attività terroristica come combattente all'estero. Lo dimostrerebbe il fatto che lo scorso luglio il marocchino era partito verso la Turchia con un solo biglietto di andata, un unico bagaglio a mano con un paio di pantaloni militari, pochi altri indumenti, libri di preghiere e una pubblicazione dei Fratelli Musulmani, senza avere avvertito la famiglia che abita a Luzzi.

E' stato accertato che la famiglia fosse all'oscuro della sua attività, tanto che lo attendevano a cena ignari della sua partenza verso la Turchia. Secondo le autorità turche il 25enne avrebbe voluto raggiungere la Siria. Nel corso della perquisizione eseguita questa mattina sono stati sequestrati cellulari, un computer e manoscritti in arabo che dovranno essere tradotti e analizzati.

ALFANO: ARRESTO MAROCCHINO DIMOSTRA EFFICACIA NUOVE NORME - "Oggi è stato arrestato un marocchino, indagato per 'addestramento ad attività con finalità di terrorismo anche internazionale', reato introdotto con il decreto antiterrorismo, diventato legge. Le nuove norme antiterrorismo sono efficaci e di questo sono molto orgoglioso perché premiano il lavoro delle Forze dell'Ordine e offrono nuovi strumenti ai magistrati, adeguati alle strategie che siamo chiamati a fronteggiare". Così il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

"Ed è quanto avvenuto oggi - prosegue il ministro - Il marocchino arrestato su ordinanza del Gip di Catanzaro, dopo le indagini portate avanti dalla Digos di Cosenza e coordinate dal Servizio Antiterrorismo della Polizia di Stato, dopo essere stato respinto dalle autorità turche verso il nostro Paese per non precisati motivi legati alla sicurezza pubblica, è stato sottoposto subito, in Italia, ad attenti controlli in base ai quali è emersa la sua compulsiva attività di ricerca, tramite Internet, di documenti e di video di propaganda dello Stato Islamico, con una particolare attenzione ai passaggi di esaltazione degli attentatori suicidi, alle istruzioni per l'uso delle armi, esplosivi, e alle tecniche di combattimento e difesa personale".

"È un caso importante - rileva il ministro Alfano - che rileva come internet sia utilizzata da Is per reclutare manovalanza di morte e avviare processi di autoradicalizzazione e quanto sia importante e strategico, al contempo, rafforzare la collaborazione con i rappresentanti più autorevoli del mondo del web".

"Altre indagini hanno rilevato, inoltre, - chiarisce il ministro dell'Interno - come il marocchino si fosse gradualmente isolato anche rispetto ai propri connazionali, per seguire una pratica rigidissima dei dettami coranici. In casi del genere, infatti, il quasi livellamento delle relazioni sociali può essere indice di un orientamento che porta alla radicalizzazione. Ecco perché diventa necessaria la collaborazione con le comunità islamiche: non basta più dichiararsi contro il terrorismo, ma adesso bisogna collaborare perché ogni focolaio estremista sia individuato e disinnescato".

IL SINDACO DI LUZZI: "LO CONOSCO, È UNA SORPRESA" - "E' stata una sorpresa" ha commentato all'Adnkronos il sindaco di Luzzi, Manfredo Tedesco. Il marocchino "lo conosco, la sua famiglia abita a Luzzi da molti anni e sono integrati. La notizia mi sorprende e la affronto con cautela, non conoscendone ancora i risvolti. Chiederò alla questura o alla prefettura il preciso capo d’imputazione e notizie più dettagliate", ha aggiunto il sindaco.

Il marocchino abitava nel centro storico del comune cosentino, poi da circa cinque anni si è trasferito in una zona a valle. "A Luzzi c’è una buona presenza di famiglie marocchine, molte di esse hanno avuto il contributo per mensa e trasporto scolastico e oggi stesso chiederò agli uffici comunali se pure la famiglia di questo ragazzo ha beneficiato di queste misure - ha proseguito il sindaco - Noi siamo intervenuti per garantire la migliore integrazione di queste famiglie sul territorio, aiutandole come detto a fare frequentare la scuola ai figli. Finora non abbiamo mai avuto problemi".

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