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Forza Nuova, Castellino e Fiore restano in carcere

14 ottobre 2021 | 15.47
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I due leader al gip: "In piazza per protestare contro il green pass, non come militanti"

Forza Nuova, Castellino e Fiore restano in carcere

Roberto Fiore e Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova, restano in carcere con le altre 4 persone arrestate dopo gli scontri avvenuti nella manifestazione no green pass di sabato scorso a Roma che ha visto anche l’assalto alla sede della Cgil. Il gip Annalisa Marzano dopo l’udienza di convalida di questa mattina ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere per Castellino, Fiore, il leader del gruppo ‘Io apro’, Biagio Passaro, Luigi Aronica, ex Nar, Pamela Testa e Salvatore Lubrano.

“La persistenza nel proposito criminoso, l’uso della violenza e il grave pericolo all’ordine pubblico appaiono sintomatici di una personalità prepotente, aggressiva, incapace di controllare gli impulsi violenti e soprattutto priva di qualsivoglia remora” scrive il gip di Roma Annalisa Marzano. “I comportamenti e gli atteggiamenti provocatori assunti sia nel web, sia nelle varie manifestazioni di piazza, spesso da lui organizzate, come nelle recenti vicende che lo hanno visto presente attivamente in diverse iniziative dai risvolti anche violenti e provocatori, evidenziano - scrive il giudice - il suo assoluto disinteresse per la legalità e la totale incapacità di adeguarsi alle regole e a rispettare le leggi”.

“L’indifferenza ai risvolti giudiziari delle condotte assunte e l’incontenibile tendenza a violare le regole e, cosa ancora più grave, ad istigare altri a non osservarle, nonché la connotazione spesso violenta e minacciosa delle sue condotte, impone - prosegue il gip - il ricorso al presidio cautelare del massimo rigore”.

"FORZA NUOVA NON OPERA DA 20 MESI"

"Eravamo in piazza per protestare contro l’obbligo di green pass ma non come militanti di Forza Nuova perché il movimento non opera più da venti mesi". E’ quanto hanno sostenuto Castellino e Fiore nel corso dell’interrogatorio di convalida dell’arresto davanti al gip.

"Alla Cgil il nostro intento era quello di fare un sit-in ma alcuni facinorosi sono sfuggiti al controllo e hanno preso il sopravvento", hanno riferito dagli arrestati comparsi oggi nell'udienza. L’atto istruttorio è avvenuto in videoconferenza,

Aronica e Castellino davanti al giudice hanno affermato, inoltre, di non essere mai entrati nella sede della Cgil mentre Roberto Fiore ha spiegato di aver avuto accesso solo in un secondo momento quando all’interno c’era già la Polizia. “Per i miei assistiti ho chiesto la scarcerazione”, ha detto l’avvocato Carlo Taormina al termine dell’atto istruttorio.

L'avvocato Paolo Colosimo, difensore di Aronica, ha affermato che il suo assistito "ha ricostruito tutti i fatti e la totale mancanza di episodi di violenza da parte sua. Aronica ha preso distanza dell'assalto alla Cgil. Abbiamo prodotto un video documentale per dimostrare che si è comportato bene davanti alla sede del sindacato dei lavoratori".

TAORMINA

"La ‘trattativa’ fra ‘Forza nuova’ e la Digos per andare verso la sede della Cgil c’è stata, è sicura al centocinquanta per cento. L’interrogatorio è finito da poco, e ormai si tratta di un dato conclamato confermato da tutti gli indagati e, cosa più importante, l’ha dovuto confermare anche la polizia", dice all’Adnkronos l’avvocato Taormina, che nell'ambito degli scontri avvenuti alla manifestazione ‘no green pass’ a Roma difende alcuni dei 12 arrestati, tra cui Castellino e Fiore.

"I fatti si sono svolti così – racconta Taormina -, Castellino e Fiore hanno dato l’incarico a Luigi Aronica, quello più in contatto con la polizia, di chiedere l’autorizzazione per il corteo, e fra le varie ipotesi, fra cui quella pericolosa di andare a Palazzo Chigi, viene fuori quella di andare da Landini alla Cgil, perché Landini, dopo aver detto no al green pass, poi ha detto sì. E allora il capo dei responsabili della Digos in piazza, di cui oggi abbiamo fatto anche il nome ma che non posso dire pubblicamente, ha riferito che avrebbe parlato coi suoi superiori, presumo la Questura, poi non lo so, e che gli serviva mezz’ora. E dopo mezz’ora di attesa con calma e tranquillità, i superiori autorizzano il passaggio da piazza del Popolo alla Cgil".

Dunque, aggiunge Taormina, "non solo danno l’autorizzazione, ma si mettono alla testa del corteo, quindi bloccano la circolazione a piazzale Flaminio, portano la gente verso villa Borghese perché il Muro Torto era pieno di macchine, e vanno fino alla Cgil. Tutto tranquillo, tutto sereno, tutto autorizzato. Senonché quando arrivano vicino alla Cgil, trovano uno schieramento di polizia e carabinieri. Evidentemente ci avevano ripensato e quelli della polizia che avevano dato l’autorizzazione volevano ritornare sui loro passi, ma i capintesta chiedono di poter passare, e sia la polizia che i carabinieri, due schieramenti che erano più di facciata, senza nessun tafferuglio e senza niente, li fanno passare e arrivare alla Cgil. Questo è quanto è emerso oggi concordemente da dichiarazioni degli indagati e ammissioni scritte della Digos".

Infine, Taormina spiega: "Non è accertata solo la trattativa con la Digos, ma anche che Castellino e Aronica non sono mai entrati in Cgil, non hanno partecipato a nessun assalto, Fiore non ha partecipato a nessun assalto, è entrato dentro alla Cgil ad assalto effettuato, e con l’accordo dei poliziotti che erano già dentro, per prendere alcune persone e portarle fuori, fra queste Imperatore, il vecchietto che è stato pure arrestato e l’altro giorno il tribunale di Roma ha scarcerato".

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