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Foto, link e fake su Twitter: ecco la politica 'dal basso' del cittadino social

09 marzo 2014 | 16.05
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Foto, link e fake su Twitter: ecco la politica 'dal basso' del cittadino social

Saggi su temi politici, inchieste o articoli di giornali spesso a cura di 'grandi firme', opinioni di giornalisti o personalità autorevoli in circolazione soprattutto sui media 'tradizionali'. Ma anche manifesti taroccati, fotomontaggi, vignette satiriche, vignette, profili fake dei politici. La politica vista dalla parte di chi frequenta la rete e usa i social network (Twitter su tutti) rivela una sorta di "protagonismo partecipativo" tutto particolare, un "nuovo modo di abitare 'dal basso' la sfera pubblica che tiene saldamente insieme la dimensione politica con la dimensione personale, l'impegno con il divertissement".

Lo rivela 'Oltre twitter: il ruolo dei link in #Elezioni2013', il saggio di Roberta Bracciale e Rossella Rega che fa parte del volume collettaneo 'La politica in 140 caratteri' curato da Sara Bentivegna e in uscita per Franco Angeli. Alla base del volume, i 284.445 tweet sulle #Elezioni2013 scaricati dal 9 gennaio 2013 al 4 marzo 2013, il 25% dei quali (69.330) conteneva almeno un link funzionante per un totale di oltre 10mila link diversi.

In generale i protagonisti dello sharing ("in gran parte governato dal sistema informativo mainstream") risultano essere i 'vecchi' media nella loro versione digitale, linkati ben nel 32% dei tweet. Ben 5 domini su 10 rinviano a testate nazionali: 'La Stampa', 'Il Corriere della Sera', 'Il Fatto Quotidiano', 'La Repubblica' e RaiNews24.

Ma non c'è solo questo nel modo in cui gli italiani che 'abitano' la rete hanno vissuto le ultime elezioni. Spiegano infatti Bracciale e Rega che "il racconto sui social media mette in scena una narrazione alternativa alla campagna tradizionale, fatta di materiali multimediali di varia natura spesso, ma non soltanto, ironici, nella cui presenza digitale si trova l'anima della autoproduzione dei cittadini. Si va dal video del comizio in piazza, agli spezzoni di film e di trasmissioni televisive, alle foto personali".

Il saggio delle due studiose parla di "due tipologie di contenuti (diffuse entrambe al 34%) che rimandano a istanze informative da un lato e satiriche dall'altro". Una parte di Url è, appunto, riservata a "contenuti prettamente informativi". Ma un altro gruppo di link rimanda a foto, vignette, fotomontaggi "in cui prevale un obiettivo di genuino divertissement da parte dei cittadini, intenti a reinterpretare le proposte politiche dei candidati in chiave spesso ironica".

Si tratta di "una forma di partecipazione più disimpegnata e personalizzata, che si traduce nella condivisione di materiali eterogenei, legati a contesti personali o magari frutto di remix mediatici". Facendo l'esempio dei materiali ironici sulla proposta elettorale di Berlusconi di restituire l'Imu, il saggio spiega che "con l'ingresso dei social media nelle campagne elettorali" la "forma di coinvolgimento degli utenti nella produzione di contenuti ironici sembra produrre un ulteriore salto in avanti, dal momento che si amplia (e in parte si semplifica) il ventaglio delle possibilità di espressione e partecipazione"

Quindi, "in questa più ampia accezione di politica, il ricorso alla satira e all'umorismo possono essere lette come nuove forme di partecipazione modalità di engagement originali e 'leggere', ma non per questo necessariamente effimere".

Spiegano le due studiose nelle conclusioni del loro saggio che da quella parte del materiale esaminato riconducibile in quale modo alla produzione dei cittadini, tra "elementi ironici" o "forme di self-expression basate sulla condivisione di alcuni momenti di vita quotidiana", emerge "un nesso tra la dimensione politica e la dimensione personale nel senso di una riappropriazione e personalizzazione dell'esperienza politica"

Sono "forme di partecipazione apparentemente disimpegnate" che "testimoniano in realtà quanto il protagonismo partecipativo dei cittadini tenda oggi a spostarsi più chiaramente verso spazi e network ad alta socialità" e danno spazio "a un nuovo modo di abitare 'dal basso' la sfera pubblica, che tiene saldamente insieme la dimensione politica con la dimensione personale, l'impegno con il divertissement".

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