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Cannes: Sesti, fra gli italiani quello che resterà è il film di Garrone

23 maggio 2015 | 15.47
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"In 20 anni che frequento Cannes non avevo mai visto in gara film italiani tutti di alto valore come in questa edizione", dice Sesti all'Adnkronos, e quanto ai pronostici sulla Palma d'oro aggiunge: "E' abbastanza probabile che sia Moretti sia Sorrentino intercettino qualche premio"

Il regista Matteo Garrone
Il regista Matteo Garrone

"In 20 anni che frequento Cannes non avevo mai visto in gara film italiani tutti di alto valore come in questa edizione, in verità anche perchè questo concorso è un po' al di sotto degli standard di Cannes ". Con questa premessa ecumenica ed agrodolce il critico e regista Mario Sesti, conversando con l'Adnkronos, introduce i suoi giudizi e pronostici sull'edizione ormai agli sgoccioli del Festival di Cannes. Giudizi e pronostici che scendono nel particolare del destino degli italiani sulla Croisette, Garrone, Moretti e Sorrentino, iniziando con uno 'chapeau!' all'indirizzo del primo.

"'Il racconto dei racconti' di Garrone è l'unico che non prenderà nulla, almeno credo, ma fra 20 anni sarà il più ricordato, è quello che ha il respiro più lungo; è affascinante ed è pieno di pietà, bellezza e dolore, tutto incentrato sul desiderio femminile, il desiderio di essere donne, madri, belle, libere dalla violenza maschile", scandisce Sesti, per il quale invece "è abbastanza probabile che sia Moretti sia Sorrentino intercettino qualche premio".

Posto che "tentare di indovinare le scelte di una giuria, che prende le sue decisioni nel modo meno scientifico che si può immaginare, è senza dubbio una esercitazione del tutto aleatoria, ma proprio per questo gustosa", tra i film che "più hanno conquistato le sale di Cannes, mixando pubblico e critica" c'è "'Mia madre' di Moretti" e "anche Sorrentino non ha lasciato indenni le sale" ma 'La giovinezza' "ha avuto sia un gruppo di grandi sostenitori sia un gruppo di grandi detrattori, tutti convintissimi della loro opinione".

Fin qui le reazioni in sala e quanto a quelle della giuria, Sesti tenta il ragionamento, "perverso ma divertente", su cosa potrebbe essere piaciuto di più ai suoi presidenti, i fratelli Coen: "I film che potrebbero averli più compiaciuti credo che siano 'The Lobster', 'La giovinezza' e 'Sicario'".

"Il film di Lanthimos -spiega Sesti- è basato su un soggetto molto intrigante che potrebbe essergli piaciuto, ma è un po' sopravvalutato, il racconto non si dipana, i personaggi neanche. 'Youth' è grottesco, ha soluzioni di sceneggiatura brillanti, colpi di scena narrativi, alcune cose potrebbero averli molto divertiti. Il film di Villeneuve, che a me è piaciuto molto, ha una grande tensione, una violenza non gratuita. Insomma tre titoli che potrebbero aver sentito in vario modo 'vicini' ma l'idea che li sostengano deriva da quella che dei registio vogliano premiare film che 'assomigliano' ai loro, e non è assolutamente detto".

"Poi non bisogna dimenticare le pressioni della stampa francese -sottolinea Sesti- che si è letteralmente innamorata di 'The Assassin' di Hou Hsiao-Hsien, asceta del cinema taiwanese, un film di purissima estenuazione decadente del cinema, di cui fai fatica a seguire la storia ma che non ha una inquadratura che non sia appassionante. I francesi sono impazziti ma faccio fatica a immaginare una giuria che se ne innamori". Una giuria, conclude Sesti, che "in queste ore ha iniziato il suo duello finale".

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