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Cinema: Reggiani, in 'La dolce arte di esistere' invisibili per malattia sociale

06 aprile 2015 | 15.16
LETTURA: 3 minuti

Arriva nella sale il 9 aprile 'La dolce arte di esistere', film diretto da Pietro Reggiani e interpretato, fra gli altri, da Rolando Ravello che mette al centro quella che il registe definisce "una malattia sociale" ovvero il rendersi, materialmente, invisibili dei protagonisti /Videointervista

Una scena da 'La dolce arte di esistere' con i due protagonisti, Sara Putignano e Pierpaolo Spollon
Una scena da 'La dolce arte di esistere' con i due protagonisti, Sara Putignano e Pierpaolo Spollon

Arriva nella sale dal 9 aprile 'La dolce arte di esistere', film diretto da Pietro Reggiani e interpretato, fra gli altri, da Rolando Ravello che mette al centro quella che il registe definisce "una malattia sociale" ovvero il rendersi, materialmente, invisibili dei protagonisti in situazioni per loro faticose. Paradossalmente, insomma, il film rende visibili quelle forme di invisibilità relazionale che tutti hanno visto, o sperimentato in prima persona, lo 'scomparire' per timidezza, paura, imbarazzo.

A scomparire sullo schermo sono i giovani protagonisti, Sara Putignano che interpreta Rita e Pierpaolo Spollon nei panni di Massimo: "L'origine della loro 'malattia', come spesso accade, è nelle rispettive vicende famigliari -spiega Reggiani All'AdnKronos- Una famiglia con enormi aspettative ha creato un ragazzo che scompare non appena si trova di fronte a una qualsiasi prova della vita. Un'altra famiglia che non ha nessuna aspettativa nei suoi confronti e lascia assolutamente libera la figlia di fare qualsiasi cosa, ha creato una ragazza che invece vorrebbe tanto che qualcosa le fosse chiesto e se questo non succede per lei è un nulla da cui viene inghiottita".

Nel film compare anche Rolando Ravello: "No, io non scompaio anche se lo avrei voluto tanto, anche nella vita -scherza l'attore- e invece no, interagisco con la protagonista, le offro al mia attenzione". Il Cameo di Ravello contribuisce a dare visibilità al film, una produzione realizzata anche grazie al crowdfunding, "con una campagna durata 60 giorni abbiamo raccolto più o meno 10.000 euro", dice il regista. Reggiani, che ha alle spalle il pluripremiato lungometraggio 'L'estate di mio fratello', realizzato fra il 1998 e il 2005, nella descrizione di Ravello, è "un incrocio tra Woody Allen e un elfo" e indubbiamente 'La dolce arte di esistere' ha una levità, una lieve tensione surreale che bene si accordano con questa definizione.

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