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Freccero show in Vigilanza

12 marzo 2019 | 13.57
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"Mi dispiace ma io sono il più bravo e voi avete dei dati sbagliati". Poi l'attacco a Vespa: "Comanda e decide". E il conduttore di Porta a Porta replica: "Ridicolo"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

di Antonella Nesi

"Mi dispiace ma io sono il più bravo e voi avete dei dati sbagliati". Dopo un'introduzione più istituzionale, in cui ha illustrato il lavoro fatto finora, anche per predisporre il prossimo palinsesto autunnale ("in tre mesi è un record"), Carlo Freccero è tornato il professore di televisione appassionato e fuori dagli schemi quando si è trattato di rispondere alle domande di deputati e senatori componenti della commissione di Vigilanza. Tra un'alzata di voce e una mano sbattuta sul banco della Vigilanza, Freccero non ha resistito a rispondere volta per volta ai singoli interventi, quasi sempre critici, con modalità fuori dal cerimoniale ma alla fine molto apprezzate per la schiettezza dai commissari.

Così rispondendo del programma su Beppe Grillo, ha detto: "Ero così preoccupato di non dare spazio al Grillo politico che in quel programma l'ho reso eunuco. Quindi ditemi tutto ma non che faccio il tifoso per qualcuno!", ha urlato. Su un altro passaggio, di fronte ad alcune domande più polemiche, Freccero ha paragonato la situazione dell'audizione ad un interrogatorio "di polizia". Si è lamentato più volte accalorandosi quasi fino a urlare su dati citati dai commissari che a suo avviso "sono sbagliati, non sono precisi".
Ma un intervento in particolare ha scatenato la reazione offesa del direttore: quello del deputato della Lega, Paolo Tiramani (che ha ribattezzato "Tirapugni", per poi scusarsi, "io trascendo sempre") che l'ha paragonato all'anziano padre imprenditore, costretto ad arrendersi perché non era più al passo con le innovazioni dei tempi. Apriti cielo: "Questa è un'aggressione calunniosa a cui risponderò per iscritto. Se volete le mie dimissioni chiedetele. Ma non dite cose false. Io ho tutte le carte in regola per parlare di tv".
E infatti ne ha parlato senza peli sulla lingua: "È sbagliato il venerdì per 'Povera Patria', che doveva infatti andare il mercoledì. Ma io ho dovuto inchinarmi al coordinamento dei palinsesti, perché Bruno Vespa non vuole controprogrammazione. Basta, mi sono liberato. E già so che pagherò questa affermazione". E ancora: "Sarebbe dovuto andare il mercoledì, ma il venerdì come giorno di messa in onda me l'ha imposto il coordinamento. Vespa ancora comanda in Rai e decide di non avere contro le sovrapposizioni. Mi sono dovuto inchinare, come ad altre scelte del coordinamento. So che ora ci saranno conseguenze per quello che ho detto - aggiunge - ma ora almeno ho fatto chiarezza".

Poi le parole sulle nuove direzioni tematiche orizzontali, che avranno dei vice orientati alle diverse reti: "Ma è una mia supposizione perché non sono stato coinvolto. Anche se ho un rapporto di grandissima stima con il vertice".

Freccero ha sottolineato come il lavoro fatto a Rai2 è stato fatto con grande contenimento dei costi (compreso quello del suo stipendio, visto che ha accettato l'incarico a tutolo gratuito): "Per ora, cioè per la programmazione di gennaio, febbraio e una parte di marzo, ho speso 1,9 mln. Pochissimo. Niente", ha detto, per poi consegnare al presidente della Vigilanza, Alberto Barachini, il budget della rete: "Ecco, ve lo consegno materialmente. Non ho alcun segreto. Tutto è visibile. Se fossero tutti come me...".
Freccero ha sbattuto la mano sul tavolo anche sul capitolo Sfera Ebbasta: "Su una tv pubblica non ci può essere un rapper? Che facciamo il servizio pubblico dell'ordine morale?", ha esclamato. Scusandosi a tratti per il suo eccessivo accendersi nelle risposte, Freccero ha sottolineato: "Lo sapete. Io non sono Dio, patria e famiglia. Faccio fatica, anche se comprendo che possa essere utile anche questo".

Non solo critiche. Il direttore ha incassato grandi complimenti da Maria Alessandra Gallone di Forza Italia per "la lezione di tv" portata in commissione e da Loredana De Petris di Leu, che ha indicato l'audizione di Freccero come modello di incontro per "pensare, capire, riflettere", che restituisce un ruolo reale alla Vigilanza. A Michele Anzaldi, che Freccero aveva citato più volte come suo detrattatore e che lo ha stupito con un intervento molto moderato, il direttore ha detto ironico: "Non vorrei che nascondesse qualche cosa, qualche maledizione, e che uscendo di qui io morissi oggi".

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