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Frenate metro Milano, "soluzione entro ottobre 2020"/Video

20 dicembre 2019 | 17.07
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"C'è l'impegno di Atm", l'azienda di trasporti milanesi, "a risolvere il problema delle frenate brusche" che di recente hanno coinvolto la linea 1 della metropolitana "entro ottobre prossimo". E' quanto riferisce il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano al termine dell'incontro tra vertici dell'Atm, presente il direttore generale Arrigo Giana, la polizia locale e il vicesindaco Anna Scavuzzo.

Nel vertice in procura si è definito un cronoprogramma per affrontare un problema legato al software che richiede tempi piuttosto lunghi: il primo impegno è di sostituire i treni con modelli più vecchi ma con una modalità di frenata 'più dolce', quindi intervenire a partire da marzo sul software sviluppato da Alstom, infine risolvere definitivamente il problema entro ottobre 2020.

"Il software è un prototipo del 2009 messo in funzione nel 2012 e utilizzato in altre metro in Europa - spiega l'aggiunto Siciliano - dove non si registrano però frenate brusche. L'ipotesi al vaglio della procura è che sia l'utilizzo della frequenza del 5G, destinata ai trasporti ma aperta ai privati, a creare dei problemi di interferenza che potrebbero essere alla base delle disfunzioni" iniziate la scorsa estate e che negli ultimi mesi si sono intensificate determinando feriti tra i passeggeri. Per il rappresentante della procura, la valutazione conclusiva dei consulenti non lascia margine sul fatto che il problema "riguarda il sistema informatico", in questo senso Alstom ha presentato un piano con una timeline precisa, e che "Atm sta facendo tutto quello che può per risolvere il problema".

L'azienda di trasporti si è resa disponibile a mettere della cartellonistica e messaggi più specifici, oltre quelli già presenti in metropolitana, per segnalare il rischio di frenate improvvise che permangono sulla linea 1 è che "non esistono più sulla linea verde". Il fascicolo per lesioni colpose resta a carico di ignoti, mente il pm Siciliano invita "i cittadini a tutelare se stessi. E meglio un occhio in meno al cellulare e una mano in più che stringe il sostegno. E opportuno, ed è buona educazione, far sedere anziani, bambini e donne incinte".

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