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Frodi alimentari senza crisi, dal packaging al wine kit

16 luglio 2014 | 15.44
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È quanto emerge dall'annuale rapporto di FareAmbiente sulle frodi agroalimentari, presentato oggi a Roma

Frodi alimentari senza crisi, dal packaging al wine kit

Etichette e imballaggi di prodotti alimentari fuori legge, frodi e sofisticazioni, ma anche ''wine kit'' e ''food kit'', cioè metodi per produrre vino o formaggio partendo da polvere di mosto, acqua a additivi chimici o polvere di caglio nel caso dei formaggi, venduti online e spacciati per alimenti di qualità. Gli illeciti nel settore agroalimentare non conoscono crisi e la criminalità organizzata ha individuato nella filiera del cibo un'ottima fonte di guadagno illecito a spese di ignari consumatori.

È quanto emerge dall'annuale rapporto di FareAmbiente sulle frodi agroalimentari, presentato oggi a Roma. Ad emergere, dai dati del 2013, è l'aumento dei reati di contraffazione dei marchi (dall'Ipg al Doc), gli illeciti legati alla ristorazione, l'alterazione del vini e dei formaggi. Ma il 2013 è stato anche l'anno in cui è venuta a galla la fragilità del sistema di controllo della sicurezza alimentare nell'Unione Europea.

Secondo i Nac, Nuclei Antifrodi Carabinieri del Comando Carabinieri Politiche Agricole e Alimentari, sono 28,3 i milioni di euro di illeciti finanziamenti ai danni dello stato e dell'Ue, mentre sono stati sequestrati beni per 6,7 milioni di euro e deferiti all'autorità giudiziaria 2.055 autori di reato. 84 le violazioni penali, 111 quelle amministrative.

Il Naf, Nucleo agroalimentare della forestale, ha accertato 189 reati, l'80% in più del 2012, 226 segnalati all'autorità giudiziaria (+47%), 1114 illeciti amministrativi (-6%); i Nas, invece, su 11.803 controlli sui ristoranti hanno rilevato nel 45% dei casi delle difformità con la normativa vigente.

La Guardia di Finanza ha sequestrato 12mila tonnellate e 280mila ettolitri di prodotti agroalimentari oggetto di frode: il primato spetta all'olio di oliva (circa 900 tonnellate), ai mosti e all'uva parzialmente fermentati (9000 tonnellate), e vini e spumanti per oltre 270mila ettolitri.

I maggiori controlli della guardia costiera, sono stati fatti presso i punti di sbarco (45.322), seguiti da quelli in mare (12.258). Le sanzioni sono state 4.885, le principali elevate in mare (1.209), in pescherie (840), nei punti di sbarco (802) e nella ristorazione (606). L'ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) infine, ha eseguito oltre 36mila controlli e verificati oltre 24mila operatori e 55mila prodotti.

E per quanto riguarda i consumatori? Secondo il rapporto di FareAmbiente, i marchi della grande distribuzione battono quelli Doc, Dop e Igp. "Se negli anni scorsi il consumatore si sentiva tutelato e quindi era disposto a pagare una somma superiore per un prodotto di qualità, oggi così non è", rileva lo studio. Il 63% dei consumatori intervistati si rivolge infatti al discount o al supermercato senza tener conto della marca.

Cresce invece l'attenzione a leggere l'etichetta, non solo per controllare la scadenza (come fa il 73% degli intervistati), ma anche per individuare il Paese di provenienza (34%) e controllare la presenza di ingredienti allergici ( 32,5%). In generale, poi, nel carrello delle famiglie si tende a scegliere alimenti di qualità solo per i bambini.

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