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Fs, al via nuovo piano senza Alitalia

10 maggio 2019 | 17.30
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Numeri da record con 58 miliardi di investimenti

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Le Ferrovie premono sull'acceleratore della crescita e danno disco verde al nuovo piano industriale che presenta numeri da record. Uno per tutti: 58 miliardi di investimenti che verranno messi in campo nell'arco del quinquennio 2019-2023, un valore che non è mai stato così alto e che conferma il gruppo primo investitore del Paese. E con gli investimenti crescono i ricavi che al 2023 toccheranno quota 16,9 miliardi, anche con il contributo della crescita in Europa, la redditività con l'ebitda a 3,3 miliardi e utili per 800 milioni. Il tutto senza Alitalia, grande assente, mentre invece c'è Anas, la cui integrazione procede all'interno del gruppo Fs e il cui scorporo non sembra più essere all'ordine del giorno.

A presentare il nuovo business plan sono stati oggi i vertici del gruppo, l'amministratore delegato Gianfranco Battisti e il presidente Gianluigi Castelli, alla presenza del premier Giuseppe Conte e dei ministri dell'Economia, Giovanni Tria, e delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli. Un piano ambizioso, quello varato oggi, che, mentre punta a migliorare la qualità del servizio a cominciare dalla puntualità, dà il proprio contributo annuo all'aumento del Pil fino allo 0,9% oltre a creare un indotto per 120mila posti di lavoro all'anno.

Sono sicuramente gli investimenti il piatto forte del nuovo piano che sono dedicati principalmente alle infrastrutture: 42 miliardi di euro, di cui 28 per le opere ferroviarie e 14 per le strade; 12 miliardi di cui l'88% con risorse di gruppo, per nuovi treni e bus, 2 miliardi per le metropolitane, 2 miliardi per servizi di information technology e, in totale, trasversali a tutti i settori, oltre 6 miliardi per tecnologie e digitalizzazione.

Il primo risultato concreto di questa massiccia iniezione di investimenti sarà l'accelerazione di 1600 cantieri Rfi e Anas in tutta Italia. Fondamentali sono le opere strategiche con un impatto considerevole dei progetti ferroviari quali Terzo Valico, Brennero, Brescia-Verona-Padova, Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina. E al Sud sono destinati per le infrastrutture 16 miliardi di euro nell'arco di piano. Di questi, il focus sui progetti riguarda l'A2 Autostrada del Mediterraneo, la strada statale Jonica e l'A19 Palermo-Catania.

Il nuovo piano prospetta poi le principali voci del conto economico in decisa crescita. Spicca, infatti, il balzo dei ricavi che da 12,1 miliardi del 2018 passano a 12,6 miliardi nel 2019 e 16,9 miliardi nel 2023. Un contributo di 2,3 miliardi arriverà dalla crescita in Europa. Si rafforza la redditività con l'ebitda che passa da 2,5 miliardi nel 2018 ai 2,5 nel 2019 per toccare 3,3 miliardi nel 2023 mentre l'utile è previsto in crescita a 800 milioni di euro dai 600 milioni del 2018 e 2019.

Ma le Fs puntano anche sui servizi in un contesto di crescita dei passeggeri: "Puntiamo ad intercettare 70 milioni di nuovi passeggeri e 20 milioni di turisti. Ogni anno quindi avremo 90 milioni di passeggeri in più", ha detto Battisti. Saranno, dunque, oltre duemila nuovi mezzi: treni, bus, locomotori e carri merci, per avere la flotta più giovane d’Europa e migliorare sia gli spostamenti (lavoro, studio, svago e turismo) sia la logistica. Un'attenzione particolare è rivolta alle aree metropolitane, una parte consistente di nuovi mezzi sarà dedicata al trasporto locale con 600 nuovi treni regionali, anticipando al 2023 la consegna di 239 convogli, e 1.421 bus di cui oltre 500 a zero emissioni (elettrici/ibridi/a metano).

Focus poi sulla puntualità. L'impegno è quello di un forte incremento degli indici di puntualità, cui sono dedicati 5,5 miliardi di euro di investimenti. Gli interventi, sia per l’infrastruttura sia per il settore trasporto, hanno l’obiettivo di aumentare la puntualità di cinque punti percentuali nel trasporto regionale e dieci in quelli a mercato.

Ma il convitato di pietra di questo piano, la cui presentazione era attesa a inizio anno e poi rinviata, a più riprese, in attesa di Alitalia, è proprio la compagnia. "Alitalia non è azienda del gruppo Ferrovie. Siamo ancora nella fase negoziale e la proroga è fino al 15 giugno. Se la assorbiremo, riadattiamo il piano con l'integrazione trasportistica e finanziaria e su questo abbiamo le idee molto chiare", assicura Battisti. Tuttavia, precisa, "il piano non cambierebbe molto nei suoi pilastri fondamentali". E sull'eventualità che le Fs arrivino a detenere una quota superiore al 30%, "non abbiamo ancora costruito l'equity. Stiamo lavorando", dice.

Ben presente, invece, è l'Anas e, all'orizzonte, non si profila ancora l'operazione di scorporo della società delle strade dal gruppo, che il governo aveva annunciato. "Decreti di ritorno all'azionista Mef non ce ne sono e non sono previsti. Anas è a tutti gli effetti un'azienda del gruppo e cerchiamo di integrare e lavorare insieme. Rfi e Anas hanno una vocazione simile", sottolinea Battisti. Altro dossier che non è all'ordine del giorno è quello della privatizzazione la cui decisione "resta in capo all'azionista di riferimento", sottolinea il presidente Castelli.

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