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Fumo: nuovi prodotti a rischio ridotto, esperti si confrontano a Roma

25 novembre 2016 | 17.45
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Fumo: nuovi prodotti a rischio ridotto, esperti si confrontano a Roma

Tabagismo, ricerca, riduzione del danno e 'sigarette che non bruciano' protagonisti del simposio organizzato oggi a Roma da Philip Morris Italia, affiliata di Philip Morris International Inc, (Pmi). Un incontro al quale hanno partecipato rappresentanti del mondo medico-scientifico impegnati per ridurre l'impatto delle malattie correlate al fumo. Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), quasi 6 mln di persone perdono la vita ogni anno per danni da fumo, come è stato ricordato nell'incontro sulle ultime alternative alle sigarette per i fumatori adulti che non intendono smettere e sulla riduzione del danno.

"Per apportare benefici alla salute pubblica, i prodotti innovativi devono presentare un profilo di rischio significativamente ridotto e devono essere riconosciuti dai fumatori adulti come valide alternative alle sigarette, sia dal punto di vista di rilascio di nicotina che di rituale e di gusto", ha sottolineato Manuel Peitsch, Chief Scientific Officer di Philip Morris International, illustrando il programma di ricerca e sviluppo che il gruppo sta conducendo da oltre un decennio sui prodotti a rischio ridotto. Un programma che vede impegnati circa 300 scienziati tra il sito di Neuchatel (Svizzera) e quello di Singapore, per verificare il profilo di rischio delle sue 'sigarette senza combustione'. Una ricerca ispirata allo sviluppo di nuovi farmaci, conforme alle linee guida della Food and Drug Administration (Fda) Usa per la validazione di prodotti del tabacco a rischio modificato.

"Il problema del fumo tradizionale - rileva Umberto Tirelli, direttore Divisione oncologia medica del Cro di Aviano - è legato alla combustione di tabacco e carta e all'emissione di decine e decine di sostanze cancerogene che la persona inala. La nicotina è una sostanza che dà dipendenza e da cui è difficile staccarsi; l'approccio migliore per smettere è ridurre la quantità di sostanze cancerogene che si inalano" con il fumo tradizionale, optando per "i prodotti a rischio ridotto, e in questo modo cercare di smettere".

Al centro del confronto le ricerche sul nuovo prodotto a tabacco riscaldato iqos*. I risultati principali, spiegano dall'azienda, mostrano che il vapore generato "riduce in media del 90-95% le sostanze dannose o potenzialmente dannose rispetto al fumo della sigaretta" usata per il confronto; "dalle misurazioni dei modelli di laboratorio, il vapore generato" dalla sigaretta che 'scalda' "è significativamente meno tossico del fumo di sigaretta" classica. Inoltre "i fumatori adulti che passano completamente a iqos in due studi clinici durati 3 mesi hanno ridotto la loro esposizione a 15 costituenti dannosi. E i livelli di esposizione ridotta si avvicinano a quelli osservati nelle persone che hanno smesso di fumare per lo stesso periodo di studio".

Non solo. L'utilizzo della 'sigaretta che non brucia' "non influenza in maniera negativa la qualità dell’aria in ambienti chiusi e questo prodotto non è una fonte di fumo passivo", spiega Peitsch. "Da oncologo posso dire - riprende Tirelli - che il tumore del polmone e tutti quelli associati al fumo di sigarette possono essere combattuti invitando a non fumare e a smettere, ma anche dando una possibilità a chi non ci riesce: oggi si può fumare una sigaretta che non è cancerogena. La politica della riduzione del danno purtroppo non è molto accettata nel nostro Paese, come invece lo è a mio parere giustamente in Gran Bretagna".

"Fare prevenzione è importante per il medico di famiglia - evidenzia Fiorenzo Corti, segretario regionale Lombardia Fimmg (Federazione medici di medicina generale) - da quella primaria a quella secondaria fino alla riduzione del danno. Questo tipo di prodotti può rappresentare un importante strumento: al fumatore diciamo 'se non ce la fai a smettere prova almeno a ridurre il danno che le sigarette ti provocano'". "Siamo convinti che prodotti innovativi sostenuti da solide evidenze scientifiche possano svolgere un ruolo importante nel ridurre i danni provocati dal fumo", ha concluso Peitsch.

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