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Fumo, solo 14% europei conosce danni contrabbando 'bionde'

17 novembre 2022 | 16.33
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Fumo, solo 14% europei conosce danni contrabbando 'bionde'

Solo il 14% dei cittadini europei sa che il mercato illegale delle sigarette costa agli Stati membri dell'Ue oltre 10 miliardi di euro all'anno, in mancato gettito. Tuttavia, oltre il 65% ritiene che il tabacco illecito sia un problema di tutta l'Ue e ben due terzi degli intervistati sono favorevoli a un approccio politico diverso. Lo riporta un nuovo sondaggio condotto dalla società di analisi Povaddo, per conto di Philip Morris International, in 13 Paesi europei (Belgio, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Francia, Grecia, Italia, Lituania, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Spagna), intervistando on line oltre 13.600 cittadini maggiorenni tra l'11 e il 15 novembre scorsi.

Il 67% degli intervistati ritiene che il crescente mercato illecito stia dissuadendo molti fumatori dallo smettere di fumare o dal passare ad alternative senza combustione, potenzialmente meno dannose della sigaretta tradizionale. L'indagine evidenzia l'appoggio dei cittadini per un approccio ragionevole alla tassazione, usandola come leva per incoraggiare i consumatori a fare scelte migliori nello stile di vita (66%), per incentivare le aziende a sviluppare prodotti innovativi, che siano migliori per i consumatori e abbiano un minor impatto ambientale (73%) e anche per incoraggiare i fumatori adulti a passare ad alternative senza combustione, sostanziate scientificamente, tassando questi prodotti in misura inferiore alle sigarette, ma comunque abbastanza alta da scoraggiare l'uso da parte di giovani o non fumatori (69%).

Inoltre, per il 60% degli intervistati, il supporto delle istituzioni ai prodotti senza combustione può promuovere l'uguaglianza e ridurre le disparità in materia di salute, fornendo ai fumatori adulti provenienti da diversi contesti socioeconomici l'accesso ad alternative potenzialmente migliori rispetto alle sigarette. "Nel Paese che conosco meglio, la Francia - ha detto Grégoire Verdeaux, senior vice president di Philip Morris per le relazioni esterne - i fumatori sono circa il 10% nel segmento più elevato della società, mentre poco meno del 50% delle persone disoccupate fuma ogni giorno".

Il prezzo medio del pacchetto di sigarette in Francia, ha aggiunto Verdeaux, è passato in pochi anni da circa 7 euro ad oltre 10 euro, con il risultato che Oltralpe "più di un terzo del mercato è passato al nero", alle sigarette di contrabbando, mentre in Italia il mercato illecito conta ormai solo per il 2,2% del totale. "Sappiamo - ha detto ancora Verdeaux - che esiste il potenziale per fare di più per i fumatori adulti, dato che diversi Stati membri hanno adottato approcci politici simili, tra le altre cose, in materia di energia, automobili e alcolici. Politiche pragmatiche hanno il potere di migliorare la vita delle persone, incentivando le aziende a innovare in meglio e a fornire un accesso equo ai progressi tecnologici, soprattutto in un periodo di instabilità economica".

Ben sei intervistati su dieci (61%) ritengono che, oltre a incoraggiare la completa cessazione dei comportamenti a rischio, l'Ue dovrebbe dare priorità a politiche e strategie volte a migliorare la vita di coloro che continuano a fumare sigarette, a bere in modo irresponsabile o a fare uso di droghe. Sette su dieci (69%) ritengono che l'innovazione, i progressi tecnologici e la scienza abbiano un ruolo nella riduzione del numero di fumatori.

Quasi tre quarti (72%) concordano sul fatto che l'Ue dovrebbe dedicare tempo e risorse all'eliminazione del fumo, incoraggiando tutti i fumatori a smettere completamente o, per coloro che non ce la fanno, a passare a un'alternativa senza fumo scientificamente provata.

"È incoraggiante osservare che un numero crescente di Paesi sta adottando una regolamentazione differenziata in base al rischio, che riteniamo svolga un ruolo decisivo nello spingere da un lato i consumatori ad adottare alternative potenzialmente migliori se non abbandonano le sigarette tradizionali, edall’altro le aziende a investire nell'innovazione", dice infine Tommaso di Giovanni, vice president per la comunicazione interna di Philip Morris.

Philip Morris International (Pmi) sta trasformando l'industria del tabacco, guidando la transizione verso un futuro 'senza fumo', sostituendo le sigarette a beneficio, tra gli altri, dei fumatori adulti che altrimenti continuerebbero a fumare. E' tra le aziende leader nel mercato dei tabacchi lavorati, dei prodotti senza combustione, inclusi i loro dispositivi elettronici e gli accessori, e degli altri prodotti contenenti nicotina commercializzati al di fuori del mercato statunitense. Philip Morris punta per il futuro sui prodotti senza fumo che, seppure non siano privi di rischi, rappresentano una valida alternativa al fumo di sigaretta.

Il portafoglio di prodotti senza fumo include prodotti a tabacco riscaldato, prodotti per il vaping contenenti nicotina e prodotti con nicotina ad uso orale. Al 30 settembre 2022, escludendo Russia e Ucraina, i prodotti alternativi al fumo di Pmi sono in commercio in 70 paesi: l'azienda stima che circa 13,5 milioni di adulti in tutto il mondo siano già passati a Iqos, una linea di prodotti che non bruciano il tabacco, ma lo riscaldano, e abbiano smesso di fumare sigarette.

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