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Fuoco in cella e minacce agli agenti: protesta nel carcere di Pesaro

30 maggio 2017 | 12.03
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Colpa e conseguenza della protesta sconsiderata e incomprensibile di alcuni detenuti di nazionalità nordafricana, fondamentalisti musulmani simpatizzanti del jihad, che nella serata di domenica, hanno prima appiccato un incendio nella cella dov’erano ristretti, dando fuoco a tutto quello che vi era all’interno, e poi minacciato il personale di Polizia Penitenziaria, lanciando loro contro delle rudimentali ordigni realizzati con le bombolette del gas che usano per cucinare". A denunciarlo Nicandro Silvestri, segretario regionale per le Marche del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe.

Ricostruendo i fatti Silvestri riferisce che "sono stati attimi di autentica tensione. Domenica sera, nella III Sezione detentiva del carcere, occupato dai detenuti cd sex-offender, era palpabile un clima di tensione da parte di 4 detenuti di origine magrebina, tutti definitivi con un fine pena che vanno dal 2019 al 2026 per violenze sessuali, rapina, sequestro, lesioni, minacce, droga ed altro. Durante la distribuzione della cena, questi lamentavano con modi eccessivi e impropri di essere stati mortificati dal personale di Polizia perché gli era stato distribuito un quantitativo di olio crudo, a loro dire insufficiente alle proprie necessità proprie nel mese sacro del Ramadan".

"Si è cercato in tutti i modi - continua Silvestri - di riportare alla calma i detenuti, ma uno di questi prima aizzava gli altri tre a dargli man forte alla protesta e con atteggiamento di sfida e protesta, inveiva contro i poliziotti penitenziari intervenuti, prima proferendo minacce di morte nei loro confronti dello stesso e poi incendiando alcuni effetti letterecci, gettandoli dalla cella nel corridoio e creando dunque una grande fumata col rischio di intossicare i presenti".

"Il tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio, aiutati anche dagli agenti liberi dal servizio immediatamente accorsi, con grande senso di responsabilità, coraggio e professionalità, ha permesso di evitare più gravi e tragiche conseguenze. Ma il detenuto a capo della protesta si è armato con alcune lamette e ha lanciato due bombolette avvolte in un cuscino dato alle fiamme e lungo il corridoio facendole scoppiare. Infine ha messo a riscaldare dell’olio bollente con il chiaro intento di lanciarlo appena qualcuno si sarebbe avvicinato alla sua stanza e si è messo a cantare delle canzoni in arabo".

"Sono stati bravi i poliziotti penitenziari del carcere di Pesaro, in servizio e fuori servizio, a intervenire tempestivamente, con professionalità, capacità e competenza. Vanno stigmatizzate con fermezza le gravi e pericolose intemperanze e vanno condannate con fermezza queste violenze, commesse nel nome del più becero e pericoloso fanatismo integralista musulmano. Questi sono detenuti pericolosi che devono essere trasferiti immediatamente da Pesaro”, aggiunge Silvestri.

Da parte sua, Donato Capece, segretario generale del Sappe, sottolinea: "Poteva essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio nel Reparto e da quelli che, liberi, hanno raggiunto il carcere di Pesaro per dare supporto ai colleghi. E’ solamente grazie a tutti loro, agli eroi silenziosi del quotidiano con il Basco Azzurro a cui va il ringraziamento del Sappe per quello che fanno ogni giorno".

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