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Furto in casa genitori Salvini, presi i ladri

30 agosto 2018 | 12.52
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(Fotogramma)
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Cinque giovani di nazionalità georgiana sono stati arrestati per il furto avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 agosto scorso, in casa dei genitori del vicepremier Matteo Salvini, a Milano. Secondo gli investigatori, i cinque, di età compresa tra i 26 e i 34 anni, uno dei quali con precedenti specifici, farebbero parte di un gruppo specializzato in furti 'mordi e fuggi', commessi in svariati Paesi europei.

Nell'alloggio che avevano scelto come covo, in una zona attigua a quella dei palazzi svaligiati, oltre a varia refurtiva, sono state trovate carte d'imbarco e prenotazioni aeree con date ravvicinate tra l'arrivo e la ripartenza.

L'operazione è scaturita in seguito a un procedimento penale, coordinato dal sostituto procuratore David Monti, avviato in seguito a svariate denunce di furti in appartamento commessi tutti nel periodo estivo in un particolare quartiere milanese, Bande Nere. "Un dato che evidenziava un aumento di furti, in controtendenza rispetto al resto della città", spiegano gli investigatori che nel corso delle indagini hanno rilevato anche "una tecnica del tutto nuova", adottata dal gruppo per preparare il campo.

Su quasi tutte le porte degli stabili colpiti dai furti sono stati rilevati degli strani filamenti trasparenti applicati tra le porte d'ingresso e gli stipiti esterni. Si trattava di colla che, in caso di assenza degli abitanti, rimaneva intatta sul posto indicando via libera per svaligiare l'appartamento. Proprio per questo il gruppo è stato soprannominato 'la banda della colla'.

Gli uomini della squadra mobile, in collaborazione con l'Upg della questura di Milano e dell'Rpc hanno quindi organizzato una serie di servizi mirati sul territorio, individuando, nel pomeriggio dello scorso 24 agosto, due componenti della banda, uno dei quali con precedenti per furti in abitazione. I due sono stati trovati in possesso di un'ingente somma di denaro, oltre ad arnesi atti allo scasso, un tubetto di colla e un orecchino in oro. Denunciati per la ricettazione e il possesso degli arnesi, sono stati però rilasciati il giorno successivo in modo da poterli pedinare e arrivare al covo.

Dopo un paio di ore, quindi, la polizia ha individuato l'obiettivo, uno stabile distante poche centinaia di metri dalle abitazioni derubate. A questo punto è scattato il blitz: numerosi gli operatori messi in campo per l'operazione che, oltre ai due giovani già identificati, ha portato al fermo di altri tre connazionali, uno dei quali gravato da inosservanze delle norme sul soggiorno.

Tutti e cinque i giovani sono stati sorpresi con le valigie in mano, pronti a ripartire. Nel corso delle perquisizioni, sono stati rinvenuti e sequestrati denaro contante, numerosi oggetti di sicura provenienza furtiva, tra cui decine di orologi, gioielli e bigiotteria. Oltre a numerosi arnesi atti allo scasso, flessibili di varie dimensioni, cacciaviti, pinze, seghetti, spadini, serrature integre e danneggiate, chiavi a doppia mappatura e per le serrature europee codificate e svariati tubetti di colla e solventi.

Al termine dell'operazione, sono state infine convocate le persone che avevano subìto i furti; molte di queste hanno riconosciuto gli oggetti sottratti dalle loro abitazioni e il giovane ritenuto il capo della banda è stato riconosciuto da un testimone che lo aveva visto aggirarsi nei pressi del palazzo. Con i riscontri ottenuti, quindi il gip di Milano ha convalidato il fermo per tutti e cinque, disponendone la custodia cautelare in carcere. Al momento i furti accertati sono tre, ma gli investigatori sono al lavoro per cercare di capire se la banda possa aver portato a termine anche altri colpi.

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