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G20, appello Onu e Cri-Ifrc: "Equa distribuzione vaccini Covid"

29 ottobre 2021 | 13.39
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Le parole di Francesco Rocca, presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc) e della Croce Rossa Italiana

credit: Croce Rossa Italiana
credit: Croce Rossa Italiana

Appello dell'Onu e del Movimento internazionale Croce rossa e Mezzaluna rossa per l'equa distribuzione vaccini. “In apertura del G20 - spiega Francesco Rocca, presidente della Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ifrc) e della Croce Rossa Italiana - insieme all’Onu abbiamo voluto lanciare un forte appello di umanità ai leader di tutto il mondo. La distribuzione equa dei vaccini è una priorità politica, morale ed economica che, finora, è stata ampiamente trascurata. E’ arrivato il momento di agire”.

"I profitti e il nazionalismo vaccinale miope continuano a prevalere sull'umanità quando si parla di un’equa distribuzione dei vaccini - osservano nell'appello - Sebbene oltre il 48% della popolazione mondiale abbia ricevuto almeno una dose del vaccino, tale percentuale scende ad appena il 3% nei paesi a basso reddito. La situazione è particolarmente preoccupante nei paesi che vivono una crisi umanitaria e che hanno bisogno di quasi 700 milioni di dosi in più per raggiungere l’obiettivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità di vaccinare il 40% della loro popolazione entro la fine dell’anno. Oltre la metà dei paesi che vivono una crisi umanitaria non ha dosi sufficienti per vaccinare nemmeno il 10% della popolazione. Sette dei paesi più poveri al mondo hanno solo dosi sufficienti per raggiungere meno del 2% della loro popolazione (Burundi, Camerun, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Haiti, Sud Sudan e Yemen)".

"I paesi più ricchi con accesso a grandi quantità di vaccini si sono generosamente impegnati a donare le loro dosi in eccesso ai paesi a basso e medio reddito tramite il meccanismo del Covax - aggiungono - Tuttavia, troppo poche di queste donazioni sono realmente giunte a chi aveva bisogno. La fornitura di dosi ai più vulnerabili, infatti, continua ad essere vincolata dalle restrizioni all’esportazione e dalla riluttanza dei paesi a cedere il proprio posto nella linea di fornitura di produzione a Covax, anche se nei fatti non possono utilizzare immediatamente tali dosi".

Le Nazioni Unite e il Movimento Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa rimangono fermi nel loro impegno per garantire un accesso equo ed efficace ai vaccini Covid-19 in tutto il mondo. "Poiché la pandemia richiede che la comunità internazionale adotti misure straordinarie, oggi uniamo nuovamente le nostre voci per dire che è tempo che le azioni siano più forti delle parole - proseguono - È un imperativo umanitario e una nostra responsabilità condivisa garantire che le vite ovunque siano protette, non solo nei pochi paesi che hanno i mezzi per acquistare protezione".

"Chiediamo a governi, partner, donatori, al settore privato e altre parti interessate: di aumentare la fornitura di vaccini Covid-19 e l'accesso al Covax anche attraverso donazioni da paesi ad alto reddito per donare vaccini a quei paesi e regioni che rimangono serviti in modo iniquo - sottolineano - Di aumentare i finanziamenti e il sostegno agli attori locali per garantire che i vaccini lascino gli aeroporti della capitale e raggiungano tutti, anche attraverso investimenti nei sistemi sanitari locali necessari per la consegna e nell'impegno della comunità per migliorare l'accettazione e la fiducia anche nei vaccini Covid-19 come nei vaccini in genere". Chiedono "di rafforzare la capacità di produzione e distribuzione di vaccini Covid-19 in tutto il mondo, in particolare nei paesi a basso e medio reddito - sottolineano - Di accelerare il trasferimento di tecnologia e know-how: gli investimenti effettuati ora dureranno ben oltre questa emergenza sanitaria pubblica e rafforzeranno la capacità globale di risposta a future epidemie e pandemie".

L'appello è anche a "richiedere la rimozione di tutte le restanti barriere (da parte dei produttori) per consentire alle agenzie umanitarie di accedere alle dosi di Covid-19, anche rinunciando all'obbligo di indennizzo, in particolare laddove le popolazioni più vulnerabili possono essere raggiunte solo dalle agenzie umanitarie che utilizzano il Covax Humanitarian Buffer".

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