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G7 di Hiroshima, il punto di vista italiano

24 maggio 2023 | 16.28
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La premier Giorgia Meloni, prima di rientrare in Italia per l’emergenza Emilia Romagna, fa il punto sulla discussione: Ucraina, Tunisia e Cina al centro

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"Io credo che questo G7 di Hiroshima sia stato per il Giappone un successo, credo che vadano fatti i complimenti, le congratulazioni al Primo Ministro Kishida per l'ottima organizzazione e anche per la lucidità con la quale ha steso i temi dei dibattiti che noi abbiamo affrontato in questi due giorni. Noi abbiamo parlato ovviamente molto del conflitto in atto, delle conseguenze che quel conflitto genera per le nostre società, abbiamo parlato a lungo degli errori commessi in passato e di come si debba in qualche maniera oggi invertire la tendenza in tema, per esempio, di sicurezza per le economie delle nostre società, in tema di catene d'approvvigionamento. Abbiamo parlato della coercizione economica, dei rapporti con il sud globale, alcuni di questi paesi come dicevamo ci hanno raggiunto oggi, di come superare quella narrativa di un occidente contro il resto del mondo, perché non è questo il conflitto in atto. Il conflitto in atto invece è un conflitto nel quale gli ucranini difendono sul campo un diritto internazionale che non è stato adeguatamente difeso nei luoghi che erano a questo preposti. Abbiamo parlato di intelligenza artificiale, un tema che, avete visto, io avevo posto anche nella riunione del Consiglio d'Europa, prima di arrivare qui, che è un tema legato alla democrazia perché noi non ci rendiamo conto di come il progresso stia correndo più veloce di noi e il rischio che corriamo sottovalutando il futuro, l'immediato futuro che ci troviamo di fronte, una società nella quale il progresso non serve più a ottimizzare le capacità umane ma rischia di arrivare a sostituire le capacità umane. Quindi si crea un problema di disuaglianze che aumentano e di democrazie che rischiano per questo di indebolirsi".

Qual è la sensazione oggi che prevale anche nei colloqui che ha avuto anche con gli altri leader? Come dice Zelensky, la pace oggi è più vicina? Penso anche alla foto di Modi con Zelensky che sicuramente è un'immagine importante della giornata, oppure prevale la preoccupazione per la nuova minaccia che arriva da parte della Russia, un'escalation in caso dell'invio degli F16? Grazie.

"Ovviamente, se non avessimo preoccupazione saremmo degli incoscienti, siamo in mezzo a un conflitto e ovviamente ogni scelta che facciamo è una scelta che va ponderata con grande concentrazione, con grande serietà. Però io mi sento di dire che quello che sta accadendo da mesi non era immaginabile. Io ricordo la propaganda di chi diceva che era inutile aiutare l'Ucraina perché in ogni caso è una battaglia persa. Penso che lei veda quello che accade a Bakhmut, penso che tutti quanti vedano la resilienza, la capacità che questo popolo ha di dimostrare al mondo che non è facile piegare un popolo libero, piegare una nazione sovrana. E quindi io mi sento di dire che non sono io a dover dire che siamo ragionevolmente convinti che le cose possano andare bene, penso che siano i fatti a dimostrare che le cose non sono

andate come voleva certa propaganda".

Oggi oltre 45 minuti di colloquio con il presidente francese Macron, semplicemente come è andata?

"Con Macron è andata bene, come del resto sono andati bene i nostri precedenti incontri, nel senso che noi tendiamo a essere poi molto concreti al di là delle cose da campagna elettorale interna che ognuno ha, poi siamo due nazioni centrali, protagonisti in Europa e siamo due nazioni che sono vicine su molti dossier. Io oggi con Manuel Macron ho parlato moltissimo di questo tema che stiamo affrontando, ovvero

la questione migratoria della Tunisia, di come si faccia ad affrontare in modo strutturale, del fatto che il prossimo Consiglio europeo deve portare soluzioni concrete. Noi abbiamo a lungo discusso, abbiamo cambiato il paradigma, abbiamo ottenuto grandi risultati, si deve agire e si deve agire subito e quindi mi pare che ci sia piena disponibilità da parte del presidente Macron su questo, ma lo ha detto anche mi pare in arrivo al Consiglio d'Europa, piena disponibilità a dare una mano non tanto all'Italia, perché noi vediamo sempre le cose dal nostro punto di vista, da un angolo, ma noi siamo la frontiera d'Europa. Quello che io ho tentato di spiegare agli altri Paesi europei, e che è abbastanza facile da capire, è che se noi non siamo più in grado di tenere sotto controllo la situazione inevitabilmente queste persone finiranno nelle altre nazioni, né ci si può chiedere, mentre veniamo abbandonati sul confine esterno d'Europa, di diventare un campo profughi perché gli altri di questo non vogliono discutere. L'unico modo che risolve il problema di tutti è quello che noi stiamo ponendo, piano Mattei per l'Africa, investimenti e difendere la frontiera esterna dell'Unione Europea".

Si sta parlando tanto di jet coalition e si stanno organizzando alcuni Paesi europei per la fornitura dei caccia F16 all'Ucraina. Volevo capire in che modo parteciperà l'Italia, se parteciperà, se ci sarà una partecipazione attiva con la fornitura dei mezzi oppure con l'addestramento, qual è la decisione che sta prendendo il governo?

"Come lei sa noi non disponiamo di F16 e quindi difficilmente potremmo partecipare a questo progetto. Quello che c'è da valutare, ed è una valutazione che va fatta insieme agli alleati, perché queste invece non sono difficilmente delle decisioni che si prendono in maniera univoca, è un eventuale addestramento dei piloti ucraini. Questa è una decisione che noi non abbiamo ancora preso ed è una cosa che si sta discutendo con gli alleati".

Una valutazione sua, sganciata dal memorandum, sulle diverse tipologie di rischi o di minacce economiche e commerciali che in questo momento pone la Cina, che qui era una sorta di convitato di pietra rispetto alle democrazie.

"Noi abbiamo discusso molto di questo tema della sicurezza, sicurezza economica, sicurezza economica, resilienza dei nostri sistemi. L'errore dove è stato? L'errore è stato nel non considerare che, io l'ho posto anche in questo vertice e per anni si è ritenuto che la globalizzazione intesa come libero commercio senza regole avrebbe, tipo mano invisibile, risolto tutti i nostri problemi, che avrebbe democratizzato i processi, che avrebbe distribuito la ricchezza. Le cose non sono andate così, le cose sono andate che la ricchezza non sia distribuita e sia verticalizzata, i poveri sono sempre di più, i ricchi sono sempre di meno ma detengono masse sempre più grandi di ricchezza, la classe media sta scomparendo e, dall'altra parte, i sistemi meno democratici dei nostri hanno guadagnato campo nel mondo grazie a quel libero commercio senza regole che penalizzava più noi, che abbiamo degli standard più alti rispetto agli standard che avevano gli altri e questi sistemi hanno guadagnato campo nel mondo e si sono contemporaneamente involuti sul piano dei diritti, non hanno fatto passi in avanti quello che è successo con l'abolizione del secondo mandato in Cina o in Russia più o meno lo spiega".

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