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G7, il sinologo Sisci: "Passi indietro della Cina su Taiwan"

17 maggio 2023 | 15.17
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"Pechino spinta a più miti consigli, non è un'inversione di rotta ma c'è un dibattito. I cinesi sono spaventati dagli esiti dell'invasione russa dell'Ucraina"

(Afp)
(Afp)

Si intravedono 'assestamenti', "passi indietro", della politica cinese su Taiwan, l'isola con 23 milioni di abitanti, di fatto indipendente che Pechino considera "parte inalienabile" del suo territorio e per la quale insiste sulla "riunificazione". Il sinologo Francesco Sisci ragiona con l'Adnkronos sui rapporti di stampa secondo cui sembra esser stato revocato il divieto di dibattito sull'argomento sul web in un Paese noto per i suoi controlli e la sua censura. "All'improvviso ci sono più voci. Sono scomode quelle contro l'invasione di Taiwan - osserva Sisci - ma dimostrano come 15 mesi di guerra in Ucraina non siano passati invano". E il gigante asiatico "sembra stia cambiando direzione".

Sisci segnala quello che appare come "l'inizio di un movimento a più miti consigli" perché, spiega, "sta succedendo che i cinesi si sono spaventati per gli esiti dell'invasione russa" dell'Ucraina. Una 'avventura' - quella della "riunificazione" con la forza di Taiwan - che non sarebbe nell'interesse di Pechino.

L'"operazione militare speciale" voluta da Vladimir Putin, iniziata il 24 febbraio dello scorso anno, "sta diventando la pietra tombale della Russia stessa", rimarca. Il sinologo parla di "passi indietro" della Repubblica Popolare che - puntualizza - "non sono un'inversione di rotta".

E parlano i fatti. "Ci sono stati nel frattempo pattugliamenti cinesi intorno al Giappone, alle isole controllate dalle Filippine - evidenzia - Continua la presenza cinese in quest'area". Taiwan, che ha solo 13 Paesi al mondo che la riconoscono a livello diplomatico e dove il prossimo gennaio si vota per le elezioni presidenziali e legislative, non può essere la prossima Ucraina. Restano i timori del Giappone, e non solo. E Hiroshima si prepara a ospitare il vertice del G7 da cui dovrebbe uscire anche una "censura delle attività economiche coercitive".

E', con sempre più determinazione, per un "Indo-Pacifico libero e aperto" l'impegno degli Stati Uniti, che dal 1979 sono impegnati a sostenere le capacità di difesa di Taiwan, sinora con la fornitura di armi. In vista del G7 il presidente americano Joe Biden è atteso in Asia per una missione, su cui pesa la politica interna, volta - evidenzia Sisci - a "continuare a consolidare il perimetro di sicurezza in Asia". Annullate le visite di Biden in Papua Nuova Guinea e Australia per motivi legati alle trattative sul tetto del debito, l'incontro del Quad (Australia, Giappone, India e Stati Uniti) dovrebbe tenersi a margine del vertice del G7.

Mentre la Cina, "finita l'emergenza Covid e con alle spalle anche questa nuova situazione fallimentare della Russia in Ucraina, pensa di dover sviluppare una nuova diplomazia e sta cercando di farlo". Va letta in quest'ottica, secondo Sisci, la missione dell'inviato cinese Li Hui annunciata da Pechino dopo il primo colloquio in più di un anno tra il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il leader cinese Xi Jinping.

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