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L'intervista

Gabriel Garko: "Io gay? Un cliché"

26 febbraio 2018 | 13.22
LETTURA: 3 minuti

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"È un altro cliché che vuole che tutti gli attori più belli siano gay, così come che tutte le belle donne siano delle potenziali mig...". Così Gabriel Garko, in un'intervista a Gay.it, smentisce ancora una volta le voci sulla sua presunta omosessualità. "Mi infastidisce, però - spiega l'attore - quando un omosessuale si diverte a puntare il dito, verso un altro individuo, tacciandolo a tutti i costi di essere gay, come se poi fosse una cosa brutta. Se una persona è risolta, e vive bene la propria sessualità, non avrà mai tutta questa voglia di dispensare etichette qua e là".

"Mi dispiace, ad esempio - prosegue - quando a Sanremo venne strumentalizzata la mia affermazione sulle unioni civili. Io mi limitai a dire che due individui, di qualsiasi natura, dovevano e potevano fare quello che meglio credevano, a patto che fossero entrambi consenzienti, ma anche in quel caso venne vista una certa, ed inesistente, chiusura da parte mia".

In merito alle critiche per presunti ritocchi estetici ricevute prima del Festival di Sanremo 2016, invece, confessa: "Quella fu l'unica volta dove mi piegarono davvero le gambe. Fino ad allora, venivo attaccato su tutto, ma mai sull'aspetto esteriore. Era una cosa, forse l'unica, su cui ho sempre pensato di essere inattaccabile". Una situazione difficile che il sex symbol è riuscito a superare "grazie a degli amici che, vedendomi come ci ero rimasto, mi portarono in barca via da tutto e tutti, cellulare compreso".

"Quando qualcuno mise delle foto, tra l'altro ritoccate, in rete - racconta l'attore - inizialmente mi feci una risata, ma nel momento in cui, il giorno dopo, al bar di fiducia, iniziai a notare una certa insistenza da parte di altri clienti abitudinari, per capire se quello visto online fosse vero, o meno, rimasi spiazzato. Oggi ci rido, ma non è stato facile".

Sulla possibilità di diventare padre, infine, ammette: "Ci ho pensato tante volte e oggi più che mai mi sarebbe tanto piaciuto avere un figlio, ma la verità è che non è un giocattolo ed è una responsabilità troppo grande che per colpa del mio lavoro ho sempre rimandato. Il lavoro mi costringe ad essere egoista, nonostante di base non lo sia, e non vorrei mai avere un figlio e non potermelo crescere in prima persona. Se arriverà sarò felicissimo, ma intanto quando posso mi godo i miei quattro nipoti".

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