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Gaetano Pascale nuovo presidente di Slow Food Italia

12 maggio 2014 | 10.22
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Gaetano Pascale nuovo presidente di Slow Food Italia

Roma, 12 mag. (Labitalia) - Sarà Gaetano Pascale a tenere le redini di Slow Food Italia per i prossimi quattro anni. Ad eleggerlo il congresso dell'associazione che si è svolto nei giorni scorsi a Riva del Garda, dove ha riunito i 771 delegati da tutta Italia.

Agronomo campano, Pascale è attivo nell'associazione fin dal 1997, dove ha ricoperto la carica di presidente di Slow Food Campania e docente ai Master of Food per i corsi di vino e olio. Daniele Buttignol si riconferma segretario nazionale, mentre entrano a far parte della squadra dirigente Lorenzo Berlendis, lombardo e consigliere nazionale di Slow Food, Sonia Chellini, ex presidente di Slow Food Umbria, e Francesca Rocchi, ex presidente di Slow Food Lazio.

Nel suo primo intervento da presidente, Pascale ha affermato: "Il Congresso esce unito da questa votazione, e lo dimostra al di là dei risultati numerici. Ora dobbiamo fare in modo che il patrimonio più importante dell'associazione, cioè le persone, siano messe nelle migliori condizioni possibili per dedicare le proprie energie e la propria volontà a tutte le buone cause che Slow Food sostiene ogni giorno. Cinzia porta il contributo della lista che ha rappresentato nel nostro comitato esecutivo, e questo ci rende più forti e più coesi. Vorrei ringraziare tutti i candidati e chi ha partecipato, in sede e sui territori, alla riuscita di questo fantastico congresso, che segna una fase di svolta. E cominciamo domattina dimenticandoci per chi abbiamo votato: non esistono più due squadre, ma un'unica, grande associazione".

A sua volta, Cinzia Scaffidi, candidata presidente della lista 2 e ora parte integrante del comitato esecutivo, come deciso dallo stesso congresso, ha detto: "Il passaggio epocale, di cui credo possa vantarsi la mia squadra, è di aver trovato una strada per l’individuazione, in modo partecipato, della dirigenza di questa associazione. L'obiettivo è stato raggiunto e per noi questo era importante. L'associazione ha scelto e noi oggi siamo cinque soci che fanno propria questa decisione e che lavoreranno per la realizzazione del programma che Slow Food ha scelto".

Da parte sua, il presidente uscente, Roberto Burdese, ha commentato: "Il congresso chiude con un voto unanime per il nuovo esecutivo, dopo tre giorni straordinari di discussione e confronto. Il nostro viaggio riparte oggi con una nave e un equipaggio che saranno capaci di fare ancora più strada di quella percorsa fino a oggi. Al nuovo presidente e alla nuova squadra, non solo i miei auguri e i sentimenti sinceri di amicizia, ma anche la piena disponibilità per il futuro".

Ed era stato proprio Burdese ad accendere le luci sull'VIII Congresso nazionale di Slow Food Italia, venerdì, portando al centro una serie di temi: dal consumo di suolo alla lotta agli Ogm, dai fondi della Pac al rapporto tra cibo e legalità. Ma anche sull'Expo 2015. "Noi saremo all'Expo perché vogliamo evitare che finisca per predominare la voce di quelle multinazionali o di quei Paesi che avranno sì padiglioni meravigliosi, ma che allo stesso tempo affamano l'Africa con il land grabbing", ha detto Burdese, aggiungendo: "Riflettiamoci un attimo: facciamo l'Expo per capire come nutrire il pianeta e allo stesso tempo migliaia di metri di suolo agricolo sono sacrificati per costruire il sito. Da sempre noi ci occupiamo dei temi al centro dell'Expo, e continueremo a farlo anche dopo. La sfida del 2015 allora è questa: proponiamo a ogni italiano di fare l'Expo ogni giorno, anche se non visiterà la fiera. Diventiamo co-produttori, difendiamo il nostro pianeta". Non sono mancati i riferimenti alle grandi sfide europee: "Abbiamo bisogno che i fondi della Pac siano destinati a chi fa agricoltura biologica e biodinamica, a chi difende i suoli, a chi difende la biodiversità tutelando i saperi". E per finire un appello all'associazione che ha diretto negli ultimi otto anni: "Non perdiamo di vista il nostro carattere e i nostri pilastri fondamentali, il nostro mettere la dimensione locale al centro di tutte le azioni e i progetti".

A sua volta, il fondatore di Slow Food, Carlo Petrini, ha detto: "Cominciamo proprio dall'Expo: all’inizio non era inteso come una vetrina, ma come un'occasione per confrontarsi sul diritto al cibo, la sovranità alimentare e la sostenibilità ambientale. Noi ci saremo per portare il nostro contributo ma vorrei ricordarvi che il nostro Expo si chiama Terra Madre e non dura sei mesi. Sono dieci anni che facciamo l'Expo, e lo facciamo nei campi e nelle savane. Lo facciamo con un'idea partita da una piccola città piemontese e che ha poi conquistato il mondo intero".

"Il mio appello - ha continuato - è quindi essere coraggiosi, visionari e pragmatici. Dobbiamo essere solidali con gli ultimi, fare una grande rivoluzione umana in cui è l'amore fraterno a guidare le nostre azioni. Ed è per questo che abbiamo lanciato sfide ambiziose che possono sembrare impossibili, come creare 10.000 orti in Africa. Orti con cui rendere i giovani africani artefici del loro destino, orti che devono farci capire che dobbiamo tutti essere africani, tutti inseguire un sogno". Petrini ha concluso con un augurio alla nuova classe dirigente dell'associazione: "Non lasciamo che le logiche della vecchia politica entrino nelle nostre sfide, altrimenti come potremo spiegarlo ai nostri fratelli africani? L'intelligenza affettiva e l'austera anarchia sono le coordinate di un grande movimento. Non perdiamole".

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