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G20: ministero australiano diffonde per errore dati leader vertice Brisbane

30 marzo 2015 | 12.34
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Un dipendente del ministero dell'Immigrazione australiano ha inavvertitamente inviato agli organizzatori della Coppa d'Asia, che si è tenuta a gennaio, dettagli personali di Obama, Putin, Merkel, Xi Jinping e Cameron. Secondo quanto rivelato dal 'Guardian', la direttrice del dipartimento non ha però ritenuto necessario avvisare gli interessati della violazione

(Afp) - (Afp)
(Afp) - (Afp)

Gaffe 'mondiale' del ministero dell'Immigrazione australiano. I dati personali dei leader che hanno partecipato all'ultimo G20 di Brisbane di novembre - tra cui data di nascita, numero di passaporto, numero di visto - sono stati infatti accidentalmente diffusi dal ministero, che però non ha ritenuto necessario informare gli stessi leader della violazione della loro privacy.

E' quanto rivela in esclusiva il Guardian, raccontando che un dipendente del ministero ha inavvertitamente inviato via mail agli organizzatori della Coppa d'Asia che si è tenuta lo scorso gennaio i dettagli personali di alcuni leader presenti al summit, tra cui Barack Obama, Vladimir Putin, Angela Merkel, il presidente cinese Xi Jinping, il primo ministro indiano Narendra Modi e il premier britannico David Cameron.

Secondo quanto emerso, la direttrice della divisione per i visti d'ingresso del ministero australiano ha informato l'autorità per la privacy della violazione del 7 novembre scorso, una settimana prima dell'inizio del summit, chiedendo una consulenza urgente. Ma, soprattutto, ha raccomandato che i leader mondiali non fossero messi a conoscenza del fatto, "dato che i rischi legati alla violazione sono considerati molto bassi".

"Le informazioni personali che sono state violate sono nome, data di nascita, nazionalità, numero di passaporto, numero del visto" di "31 leader internazionali", ha scritto la direttrice della divisione ministeriale, sottolineando che la natura della violazione è un "errore umano" e non "istituzionale".

Ma, ha assicurato, "viste le azioni adottate per limitare l'ulteriore distribuzione del messaggio, non ritengo necessario avvisare gli interessati della violazione". Secondo quanto riporta il quotidiano britannico, non è chiaro se il ministero dell'Immigrazione abbia in seguito comunicato la 'gaffe' ai leader mondiali.

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