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Gallera: "Palestre e piscine potevano non essere chiuse"

26 ottobre 2020 | 09.05
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(Fotogramma)
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"Io penso che le palestre e le piscine potevano non essere chiuse. Per una palestra ti dovevi prenotare, il numero di persone era limitato, gli attrezzi erano sanificati". Lo dice l'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, a Mattino Cinque.

"Bisogna essere selettivi. Siamo in una situazione complicata, il governo ha fatto scelte non facili, le attività però forse potevano essere selezionate meglio. Adesso ci sono due, tre settimane davanti e poi vedremo".

La situazione negli ospedali della Lombardia "non è in alcun modo paragonabile a quella che abbiamo vissuto a marzo, oggi abbiamo fino a 1.800 posti letto nelle terapie intensive - dice poi Gallera a proposito dell'attività ridotta degli ospedali nella regione per affrontare il Covid-19 - Qualsiasi cosa facciamo oggi vedremo i risultati nei prossimi quindici giorni e quindi ci stiamo preparando al fatto che questi numeri continueranno a crescere in maniera significativa per almeno 15 giorni".

"Abbiamo chiuso le attività non urgenti e procrastinabili lasciando negli hub la cura dei pazienti Covid più complessi e altre patologie più gravi, così come l'attività ambulatoriale. Apriamo spazi per il Covid ma cerchiamo di mantenere attive le altre attività". Preservare il Natale "è l'obiettivo che ci siamo posti. Sono misure rigide, il virus si propaga con uno sviluppo matematico e quindi o noi mettiamo in campo misure forti o ahimé la curva diventa sempre più alta e i sistemi sanitari non reggono più", sottolinea Gallera a Mattino Cinque.

"Oggi - continua - la nostra capacità di fare tamponi è enorme e imponente, isoliamo le persone, ma tutto questo non è sufficiente. Il numero di asintomatici è particolarmente ampio, se ne individua una parte. Non c'è sistema sanitario al mondo che è in grado di reggere, questo virus si combatte solo con il distanziamento, non c'è un altro strumento ora". La strategia, però, deve essere "provare a convivere con il virus, modificando alcuni comportamenti e lasciando lavorare chi ha imparato ad adottare regole che evitino il contatto". Bar, ristoranti e il comparto dei divertimenti "devono essere sostenuti finché non si trova vaccino con misure strutturali, non episodiche". Palestre e piscine "hanno invece messo in campo misure rigide, ora bisogna essere più selettivi".

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