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Galli e l''ultima in tv': "Sono stufo, ora quarantena televisiva"

11 maggio 2021 | 22.21
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"Devo lavorare, studiare e curare. Magari farò qualche tweet"

Galli e l''ultima in tv':

Quarantena televisiva per il professor Massimo Galli, che per almeno 15 giorni starà alla larga da tv e giornali. "Devo lavorare molto, devo studiare, devo tenere lezioni e seminari. Devo curare malati e sono stufo di ripetere le stesse cose: 15 giorni di riposo totale, niente tv e giornali. Una quarantena televisiva? Assolutamente sì. Farò dei tweet se sarà necessario", dice a Cartabianca, in quella che sarà l'ultima apparizione in tv per almeno un paio di settimane, come anticipato già a L'aria che tira su La7 in mattinata.

"Stasera è andata molto bene, abbiamo avuto la possibilità di dire qualcosa meno banale del solitp. Ma da troppo tempo tutto è focalizzato su questioni di battaglia politica, su questa questione del coprifuoco: avevo giurato di dire questa parola solo se avessi scritto un romanzo storico... Il mio compito è dire come stanno le cose sulla base del dato scientifico e comunicare le cautele del caso, senza esasperare toni che vengono però esasperati perché quelli come me vengono collocati in un certo modo: 'Questi sono quelli di sinistra' e diventa una contrapposizione che non ha senso in termini scientifici e non è voluta nemmeno da altri colleghi. Non voglio essere cavalcato dalla politica o dai giornali", dice Galli chiudendo l'intervento nel quale tocca una serie di temi.

A Rai3, Galli tocca diversi temi. "No AstraZeneca, no party. Senza AstraZeneca non riusciamo a tenere il passo nelle vaccinazioniSul vaccino AstraZeneca -dice- è stato fatto ogni genere di errore di comunicazione: dalla casa produttrice ai governi europei, dall'Ema alla nostra organizzazione. E' stata creata una diffidenza ingiustificata in larghissima misura". Chi è guarito dal covid, quanto deve aspettare prima di vaccinarsi? "Un anno, se dovessi rispondere io. Se devo stare alle regole, 3-6 mesi".

La prossima settimana verranno valutate ulteriori riaperture e potrebbe essere deciso lo slittamento del coprifuoco. "Ho l'impressione che si facciano le cose troppo in fretta, ma vediamo i numeri. Tra noi e la Gran Bretagna ci sono circa 30 milioni di dosi di vaccino di differenza. Noi abbiamo 40,5 dosi ogni 100 persone, loro ne hanno 78,6. I vaccini hanno un effetto, non c'è dubbio: ne avrei voluti molti di più e prima, ma questa è la situazione e mi auguro che vada sempre meglio. Non mi piace aver ragione se le cose vanno male", dice. "Io non posso che tenere il freno a mano tirato, pur rendendomi conto che gli italiani sono stanchi della situazione oppressiva delle chiusure. Però in questi giorni abbiamo intubato dei quarantenni: è una piccola minoranza ma è una realtà che esiste".

L'allargamento dell'intervallo tra prima e seconda dose "è un escamotage, i vaccini non sono ancora presenti in numero sufficiente. E' un dato di fatto che in Gran Bretagna sia stato fatto senza compromettere nulla, con i paletti dovuti per quanto riguarda le persone con immunodepressione: non possono andare fuori dal protocollo. Non possiamo accontentarci di vaccinare. Dobbiamo capire se alcune categorie, come gli immunodepressi, rispondono al vaccino. Altrimenti si rischia una falsa sicurezza: si pensa di essere a posto e non è così". Sarebbe opportuno "misurare gli anticorpi" dei vaccinati, "non deve essere monopolio del privato, anche nell’ottica del green pass. Chi ha fatto l'infezione pochi mesi fa probabilmente ha anticorpi più completi rispetto a quelli di un vaccino tarato su un virus di un anno fa".

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