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Garante detenuti: "Legge non cambia, 41 bis non c'entra nulla"

08 ottobre 2019 | 18.11
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Mauro Palma all'AdnKronos: "Nessun automatismo. C'è un'indicazione all'Italia a modificare un sistema che si ritiene non in linea con la giurisprudenza della Corte"

(FOTOGRAMMA /IPA)
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"La decisione della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo non induce alcun automatismo, ora si tratterà solo di ragionare. La legge italiana non cambia, la sentenza è un'indicazione all'Italia a modificare un sistema che si ritiene non in linea con la giurisprudenza della Corte. Teniamo presente che l'ergastolo ostativo preclude non tanto i benefici ma anche la liberazione condizionale che il giudice può dare dopo 26 anni, considerando il percorso della persona". Così Mauro Palma, Garante nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale, commenta all'AdnKronos la decisione della Corte di Strasburgo sull'ergastolo ostativo.

"Una sentenza - spiega - che dice che c'è un problema che come è stato risolto finora non va bene, ma ripeto non determina alcun automatismo". Tra l'altro Palma, rivolto a chi ha tirato in ballo il 41 bis, sottolinea "che l'ostatività è contenuta nell'articolo 4 bis dell'ordinamento penitenziario, quindi il 41 bis non c'entra nulla".

Una decisione "di principio" legata al caso di Marcello Viola, condannato a quattro ergastoli per omicidi plurimi. "Non ci saranno effetti per lui in base alla decisione, né implicazioni specifiche - evidenzia il Garante dei detenuti -. La sentenza di Strasburgo ribadisce un concetto per cui ogni persona ha diritto ad essere riconsiderata dopo un certo numero di anni. Significa che per un detenuto una speranza può esserci. E che, senza una speranza, la pena a vita viola l'articolo 3 della Convenzione Europea sui Diritti umani".

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