La corte d'Appello di Brescia ha deciso il "non luogo a provvedere" rispetto all'esposto che la madre di Alberto Stasi ha presentato in merito all'omicidio di Chiara Poggi che vede l'allora fidanzato Alberto, condannato in via definitiva a 16 anni di carcere. Pena che sta scontando da circa un anno nel carcere milanese di Bollate. I giudici di fatto non erano chiamati a rispondere a un'istanza di revisione, mai presentata da Stasi, dalla difesa o dalla procura generale di Milano.
Lo scorso dicembre i legali di Stasi avevano presentato i risultati delle indagini difensive che ipotizzavano la presenza del Dna di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, sulle unghie di Chiara. Un elemento, insieme ad altri, contenuto in un esposto che ha portato il giovane di Garlasco a essere indagato come atto dovuto.
Elementi rispetto ai quali, spiega il difensore Fabio Giarda "abbiamo sollecitato la procura generale di Milano a valutare se, in base alle nostre indagini difensive, ci fossero gli estremi per una revisione del processo. La procura generale di Milano non è entrata nel merito ma ha inviato gli atti alla corte d'Appello di Brescia che ha stabilito il non luogo a procedere". L'esposto è anche nelle mani della procura di Procura di Pavia, titolare di eventuali nuove indagini. Dunque per i difensori di Stasi, oggi non c'è stata "nessuna bocciatura, perché noi non abbiamo fatto nessuna istanza di revisione del processo".