Cinema: Garrone, da Cannes siamo venuti via a testa alta

"Con Sorrentino e Moretti siamo tornati da Cannes a testa alta". Matteo Garrone riassume così il modo in cui lui e i colleghi hanno affrontato l'assenza di qualsiasi riconoscimento per i loro film al Festival di Cannes. Dell'avventura francese il regista italiano parla senza reticenze, in occasione della sua partecipazione in qualità di ospite all'ultimo appuntamento con 'Il gioco serio dell'arte', l'iniziativa ideata e condotta da Massimiliano Finazzer Flory che si è conclusa questa sera nella Galleria Nazionale d'Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma.

Proprio in relazione alla pellicola presentata Cannes molti hanno tracciato un parallelo fra Garrone e Pasolini, un paragone che lo imbarazza : "Pasolini è stato un regista fondamentale per la mia formazione però penso che comunque lui abbia il suo segno. Mi fa piacere che accostino i miei film alla sua arte, però mi sembra un po' imbarazzante paragonarmi a Pasolini. Io ho il mio modo di fare cinema e sicuramente Pasolini è uno dei registi per me più importanti però non posso essere paragonato a lui", dice Garrone all'Adnkronos

Il regista romano nella serata parla del suo rapporto con l'arte, ma anche della storia della letteratura e del cinema, senza nascondere di aver pensato già a un possibile sequel del suo 'Il Racconto dei racconti', visto che molte delle storie de 'Lo cunto de li cunti' di Giambattista Basile, da cui muove il fiolm, sono rimaste fuori dalla pellicola. "Penso che una serie tv de 'Il Racconto dei Racconti' sarebbe uno sviluppo abbastanza naturale del film perché hai anche la possibilità di sviluppare altri personaggi - afferma il regista - però non so se adesso ho le energie per gettarmi in un nuovo progetto perché è stato un lavoro molto complesso difficile, e anche faticoso. Adesso cerco di aiutare un po' il film, che è stato accolto molto bene, e viaggerà nei festival ed è stato venduto in tutto il mondo".

"Il film ha una sua vita indipendente dal festival"

Ancora sull'esito di Cannes, Garrone aggiunge: "Non vedo nessun complotto, sinceramente questa teoria la ritengo anche un pò provinciale. Cannes è la prima più pericolosa del mondo, quindi ci vai sempre con uno stato d'animo nuovo perché ogni film è diverso da quello precedente. E' la prima volta che il pubblico vede il film quindi l'emozione e la paura che possa non funzionare come ti aspetti è normale che ci sia, come è normale che ci sia una critica."

"Quando accetti di partecipare a un festival stai al gioco perché ogni giurato ha il proprio gusto - prosegue Garrone - Sono stato in giuria a Venezia tre anni fa, so quello che vuol dire. A volte le scelte dipendono da delle congiunzioni che si creano all'interno dei giurati. Io stesso ho espresso il mio voto e due ore dopo lo avrei dato a un altro film". "A volte ti può andar bene e in passato mi è andata bene -aggiunge Garrone- a volte può andar male ma insomma il film ha una sua vita indipendente dal festival. Il festival ti può aiutare a creare una maggiore attenzione però la storia del cinema è piena di film che non sono stati premiati e poi hanno fatto la storia del cinema e viceversa."

"La serata della proiezione è stata molto emozionante - dice ancora il reegista - lo vedevo per la prima volta con il pubblico poi c'era una magia speciale quella sera e ho un bellissimo ricordo. Il film stesso lavora su archetipi e quindi su aspetti legati all'inconscio ed è senz'altro un film che si muove in maniera non convenzionale e quindi sorprende". Quanto ai suoi compagni di avventura in terra di Francia, Garrone aggiunge: "Non ho ancora sentito Moretti né Sorrentino, ma con Paolo abitiamo nello stesso palazzo quindi appena ci incontreremo avremo modo di salutarci".