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Musica: Gary Dourdan, l’ex agente di Csi ricomincia da 'Mother Tongue'

26 maggio 2015 | 12.11
LETTURA: 4 minuti

Guarda la videointervista e l'esibizione dal vivo all'Adnkronos con 'Someone told me'

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Nalla foto Gary Dourdan

di Paola Lalli

E' funky con venature rhythm and blues ‘Mother Tongue’, l'album di esordio di Gary Dourdan, l'affascinante ex agente Warrick Brown di 'Csi Las Vegas'. Un disco tutto italiano, su etichetta Mescal, registrato in Italia a Cernusco Lombardone (Lecco), con un entourage di musicisti nostrani con i quali l'artista 48enne di Filadelfia sta condividendo anche gli spettacoli live. Anche il video di 'The end', singolo che ha anticipato la pubblicazione del suo cd, è girato da noi, tra le calle di Murano.

Guarda la videointervista e l'esibizione dal vivo all'Adnkronos con 'Someone told me'

Nonostante la sua lunga carriera di attore, Dourdan ammette di non aver mai abbandonato la sua prima vera passione, la musica, e di aver continuato in tutti questi anni a suonare e a scrivere. Alcuni dei 10 brani di questo album "ho cominciato a scriverli nel 2003, altri sono stati scritti mentre stavamo registrando, altri ancora non sono ancora finiti...", dice all'Adnkronos sottolineando che "stavo già lavorando a un disco in Francia, ma per varie ragioni non siamo riusciti a finirlo. Poi la Mescal mi ha chiesto di registrarne uno acustico in Italia e mi è sembrata un'ottima idea".

Perché "l'Italia mi piace molto", afferma. Non è infatti la prima volta che viene nel nostro Paese: "Ho avuto la fortuna di essere a Siena durante il Palio e secondo me ero l'unico americano. E ci sono andato in tempi non sospetti, quando James Bond non era ancora passato di là", scherza. Poi ammette: "Ogni volta che sono venuto in Italia, anche in precedenza, il pubblico italiano mi ha sempre accolto molto bene. E quindi ho scelto il vostro Paese anche per dare qualcosa in cambio a chi mi ha sempre supportato dandomi gioia e amore. E soprattutto ci sono artisti fantastici con i quali ho potuto collaborare".

'Credo che in questo momento la voce di Andrea Bocelli sia una delle più belle e raffinate che ci siano al mondo'

‘Mother Tongue’ "è un album molto spirituale - spiega il cantautore e attore statunitense - dove ho registrato ci sono molte chiese dove io entravo ogni giorno. ". Ed è un album "influenzato da tanti artisti, da Jimi Hendrix a Otis Redding ad Al Green. Ma anche da diversi generi musicali: "Vengo da Filadelfia, quindi ho dentro la musica soul. Poi ho cominciato ad ascoltare tanto jazz: mio padre era un produttore e manager di musicisti jazz, mio zio e mio fratello suonano jazz. So riconoscere gli specifici strumenti: chi è che suona quel sax piuttosto che un altro strumento". E "continuo ad ascoltare musica di tutto il mondo".

Dourdan - dopo aver fatto tappa a Torino, Milano e Roma si esibirà dal vivo il 12 giugno a L'Aquila e il 21 giugno a Bergamo - riserva poi un elogio particolare a un artista italiano, Andrea Bocelli: "Mia madre lo adora. E' trascendente. Credo che in questo momento la sua sia una delle voci più belle e raffinate che ci siano al mondo. Bocelli ha su mia madre lo stesso effetto che Stevie Wonder ha su di me, sono quelle voci che trascendono dal tutto. E' fantastico". Ma c'è anche un'altra artista italiana che l'artista 48enne ammira, Nina Zilli, con la quale si è esibito dal vivo a Torino. "Live è incredibile, ha una grande energia. Ci siamo conosciuti, lei mi ha inviata al suo concerto e io, incuriosito, ci sono andato".

Ad abbandonare la sua carriera di attore, in ogni caso, il cantautore non ci pensa affatto: "Io sono di Filadelfia. Quindi faccio tutto: pulisco i vetri, lavo per terra, faccio tutto e porto avanti tutto. Sono multitasking". Ma Gary Dourdan non è solo un uomo di spettacolo, è anche uno degli ambasciatori dell’Associazione The Heartfund con i quali ha recentemente partecipato a una missione in India, durante la quale sono stati operati al cuore 20 bambini ricoverati all’Ospedale Amrita di Kochi: "E' già il terzo anno che lo faccio - racconta - E' un'esperienza magnifica".

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