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Gas, esperto turco: "Con Atene solo tensioni, nodo è ridisegnare Mediterraneo"

14 agosto 2020 | 17.44
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Professor Bagci: "Turchia si aspetta sostegno dall'Italia e che riduca la pressione di Atene sull'Ue"

Huseyin Bagci
Huseyin Bagci

"Non ci sarà alcuno scontro tra Turchia e Grecia e alla fine la diplomazia prevarrà". Lo sostiene Huseyin Bagci, preside del Dipartimento di relazioni internazionali presso l'Università del Medio Oriente di Ankara, commentando in un'intervista ad Aki-Adnkronos International le recenti tensioni nel Mediterraneo orientale tra i due Paesi, alla luce delle minacce di Erdogan e dell'incidente sfiorato al largo di Rodi.

"Non ci saranno scontri militari, ma solo alta tensione. In altre parole, tuonerà molto, ma non pioverà", dice il professore, secondo il quale "ci sono anche altri interessi nel Mediterraneo orientale oltre all'Oil&Gas" e la vera questione è come "ridisegnare il Mediterraneo" del futuro dal momento che Ankara è la "protettrice" dei turco-ciprioti ed è diventata un game changer dopo il trattato firmato con il governo di Tripoli.

"La mia analisi - spiega - è che la Turchia sarà un game changer e sarà presente nel Mediterraneo, ma non potrà diventarne la proprietaria. Non è realistico e anche Erdogan ne è consapevole". Lo stesso leader turco, prosegue il professore, "cambia sempre la sua retorica. Un giorno minaccia, un altro è per la diplomazia flessibile".

"Qualsiasi scontro militare alla fine sarà evitato. Erdogan come il primo ministro greco fa affidamento sul sostegno interno e fa semplicemente politica", ribadisce Bagci, che definisce "tempestiva, ma senza effetto" l'iniziativa di Angela Merkel per risolvere la disputa. A suo parere, la cancelliera tedesca "è molto delusa dalle politiche greche" e lo dimostra il fatto che "parli ogni giorno con Erdogan".

Sul ruolo dell'Italia, Bagci evidenzia che il nostro Paese "resta in disparte e va bene così. La Turchia si aspetta dall'Italia sostegno e che riduca la pressione della Grecia sull'Ue".

In questo momento, aggiunge il professore, "la Turchia avverte la sua 'preziosa solitudine' e contro di lei c'è un blocco di sei Paesi. La questione è ora come rompere quest'alleanza e, allo stesso tempo, mantenere la sua relazione con la Libia e gli altri Paesi del Medio Oriente - conclude - La Turchia ha bisogno di un'exit strategy e ora è 'bloccata'. Ma la presenza militare della Turchia è buona e dispone di soldati esperti con alle spalle quattro operazioni militari negli ultimi anni. Penso che nessun paese combatterebbe per la Grecia, ma supporterebbe la Grecia moralmente e politicamente".

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