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Gas Russia, perché servono fonti rinnovabili e meno burocrazia

27 maggio 2022 | 09.43
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L'intervista di Money.it a Giulio Fazio, direttore Affari legali di Enel

Afp
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Meno burocrazia e più rinnovabili. Una ricetta per sostituire il gas russo e rendere l’Italia indipendente dal Cremlino. A proporla, in un’intervista a Money.it, è Giulio Fazio, direttore Affari legali di Enel. Che si sofferma su due aspetti: da una parte i permessi e la burocrazia che bloccano gli investimenti e dall’altra la necessità di puntare sulle fonti rinnovabili.

Per quanto riguarda gli investimenti, secondo Fazio le risorse ci sono ma non vengono spese perché non si riesce a investire a causa di permessi incerti, procedure troppo lunghe o ricorsi che bloccano tutto. Servono “regole chiare” per incentivare gli investimenti.

Dall’altra parte ci sono le rinnovabili: “Se avessimo avuto la capacità di avere in Italia più fonti rinnovabili oggi soffriremmo meno”, sottolinea il direttore Affari legali di Enel. I due temi posti da Fazio sono strettamente legati tra loro e proprio su questo servono, a suo giudizio, delle riforme.

In particolare a oggi si prevede che i tempi per le autorizzazioni di un’opera infrastrutturale siano di 2-3 anni, un periodo considerato troppo lungo. Bisognerebbe, invece, autorizzare gli impianti da fonti rinnovabili in tre o massimo cinque mesi: così facendo “tra un anno avremmo la metà del problema del gas che abbiamo oggi”. E così l’Italia sarebbe molto meno dipendente dal gas russo, ma anche da altri strumenti definiti “incerti”, come la ricerca di “paesi instabili da cui approvvigionarsi”.

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