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Gasparri: "C'è bisogno di quelli come me"

05 agosto 2019 | 09.55
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Il senatore di Forza Italia intervistato dalla Verità: "Avessi corso a sindaco di Roma avrei vinto". E sulla spaccatura degli azzurri con Toti dice: "Ha tirato troppo la corda"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Se mi fossi candidato a sindaco di Roma avrei vinto, se avessimo schierato dei politici avremmo vinto". Lo sostiene il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri in un'intervista sulla Verità, dove l'esponente azzurro parla del momento che il partito sta attraversando e del progetto indicato dal leader Silvio Berlusconi dell'Altra Italia. Sull'apertura alla società civile, Gasparri sottolinea: "Ha visto che fine ha fatto Alfio Marchini candidato sindaco a Roma? Un bidone. E Stefano Parisi? La società civile perde, non è che se uno viene dall'esterno è più forte".
"L'importante è aggregare - dice il senatore di Fi - e lavorare sul territorio. Forza Italia deve guardare ai giovani e nel contempo fare tesoro di chi ha esperienza. Di quelli come me e tanti altri. Io sono presidente della Giunta delle immunità parlamentari e le assicuro che ci vuole esperienza in un ruolo così delicato". E anticipa qualcosa su una delicata seduta della Giunta nelle prossime ore: "Dobbiamo esaminare la richiesta della Procura della Repubblica di Milano - conclude - di autorizzare il sequestro dei computer del senatore Armando Siri".

Il senatore interviene poi sulla spaccatura in casa Forza Italia: "I nodi sono venuti al pettine ed era inevitabile. Le scissioni non sono mai un motivo di gioia, in questi mesi non ho condiviso gli atteggiamenti di Giovanni Toti di ingenerosa e plateale rottura. Ha tirato troppo la corda finché non si è spezzata".

"Ho apprezzato i tentativi di Silvio Berlusconi di rilanciare un partito essenziale - afferma Gasparri - per una coalizione di centrodestra equilibrata e in grado di governare l'Italia con capacità e saggezza". Tornando a Toti e alla possibilità che fondi un nuovo partito, Gasparri replica: "Forse ci proverà, ma come fa? Le percentuali sono magrissime, quanto potrebbe valere il suo partito. Potrebbe entrare in un altro partito come ha fatto Fitto". La Lega? "Con i numeri che ha il Carroccio, non ha certo bisogno di Toti, che rischia di finire a fare il numero 3 o 4 di Salvini".

Se nel caso del governatore ligure "il processo di distacco era chiaro da tempo - aggiunge il senatore di Fi - in altri casi c'è preoccupazione. Le parole di Mara Carfagna saranno certamente ascoltate dal nostro presidente. Da coordinatore non ha mai punzecchiato Berlusconi, ha sempre agito nel solco del nostro leader e non è mai stata autoreferenziale. Adesso ha agito con un moto di pancia - conclude - ma mi auguro si chiarisca al più presto. Mara è una risorsa importante".

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