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Gaza, l'appello del chirurgo italiano: "Mandateci le suturatrici, qui manca tutto"

31 luglio 2014 | 18.38
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Il chirurgo di Medici senza frontiere Cosimo Le Quaglie sul campo dal 16 luglio all'Ospedale generale di Al Shifa: "Avere dotazioni moderne può fare la differenza in sala operatoria"

(Foto Xinhua)
(Foto Xinhua)

"Non ci sono suturatrici meccaniche, che ci permetterebbero di accelerare notevolmente il lavoro. E mancano anche collanti, sigillanti, patch e fili di sutura di ultima generazione: qui si usano i fili di seta, che noi impiegavamo 25 anni fa". A segnalarlo all'Adnkronos Salute è il chirurgo di Medici senza frontiere Cosimo Le Quaglie , sul campo a Gaza dal 16 luglio, all'Ospedale generale di Al Shifa.

"Ho cercato di raccogliere il materiale tramite il mio istituto" al Crob di Rionero in Vulture, "ma il problema è anche quello di farlo arrivare fin qui. Lancio un appello alle aziende, che conoscono bene questi prodotti e potrebbero donarli, spedendoli alla sede di Msf a Gerusalemme". Si tratta di materiale fondamentale per riparare ferite e lacerazioni "causate dalle piccole schegge delle granate. Avere dotazioni moderne può fare la differenza in sala operatoria, per le lesioni interne e per quelle esterne. Mancano sigillanti, emostatici, collanti, suturatrici meccaniche, fili riassorbili e non e patch", conclude.

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