L'ex primo ministro britannico Gordon Brown ha promesso che l'impegno di concedere maggiore autonomia alla Scozia preso prima del referendum sull'indipendenza sarà rispettato. Oggi è tempo di lasciare il "terreno di battaglia" a favore di un "terreno comune", ha dichiarato l'ex premier laburista in un appassionato discorso a Dalgety Bay, nella contea scozzese di Fife.
Il politico scozzese, che secondo il Financial times ha avuto "un ruolo centrale nella mobilitazione della campagna unionista", è fra i firmatari dell'impegno a promuovere in tempi rapidi la concessione di maggiori poteri alla Scozia, assieme al primo ministro conservatore David Cameron, il suo vice, il liberaldemocratico Nick Clegg, e il leader dell'opposizione laburista Ed Miliband. Già il 16 ottobre, ha assicurato Brown , vi sarà un primo dibattito alla Camera dei Comuni.
Mentre in Gran Bretagna si discute sulla riforma, con alcuni critici che accusano Cameron di aver promesso troppo, non si è ancora spento il clima di forte emozione che ha accompagnato il referendum, vinto dagli unionisti. A Glasgow, dove hanno vinto i si all'indipendenza, la polizia ha effettuato sei arresti dopo scontri la scorsa notte fra centinaia di unionisti e separatisti a George square. Agenti della polizia a cavallo hanno dovuto separare i due campi, dopo che gli unionisti hanno iniziato a sventolare la bandiera britannica dell'Unione Jack e a cantare l'inno patriottico "Rule Britannia" . Alla vigilia del referendum del 18 settembre, sulla stessa piazza c'era stata una manifestazione dei separatisti.