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Gb: dopo le critiche Miliband accusa Pessina, paghi le tasse qui

02 febbraio 2015 | 17.14
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Botta e risposta infuocato in Gran Bretagna tra il leader laburista Ed Miliband e Stefano Pessina, boss del gigante della distribuzione farmaceutica e dei cosmetici Boots. Dopo che in un'intervista al Telegraph Pessina, ceo di Walgreen Boots Alliance, la holding di Boots della quale è maggiore azionista, ha affermato che un governo laburista sarebbe una "catastrofe" per l'economia britannica, Miliband ha tuonato contro il finanziare e manager italiano. Prima di dare giudizi, ha detto il leader del Labour, Pessina dovrebbe cominciare a "pagare le tasse", visto che risiede a Montecarlo.

"Non credo che la gente in Gran Bretagna sarà contenta di farsi dare lezioni su come votare alle prossime elezioni da qualcuno che evade le tasse", ha affermato Miliband nel corso di una trasmissione sull'emittente Sky News. Le sue parole erano state precedute durante il weekend da analoghe dichiarazioni della dirigenza laburista, tutte incentrate sulla residenza monegasca di Pessina, che, secondo le classifiche, è il terzo uomo più ricco d'Italia.

Il clima elettorale in vista del voto di maggio si accende e la strategia di Miliband di puntare soprattutto al voto di sinistra e a recuperare l'elettorato liberal democratico appare sempre più evidente.

Il leader del Labour promette di scagliarsi contro i 'poteri forti' della finanza e dell'economia

Il rivale di David Cameron, erede di un Labour che un tempo, sotto la guida di Tony Blair era riuscito a conquistarsi il consenso deil'establishment finanziario ed economico, ha esteso le sue critiche alla comunità dei super manager che, a suo giudizio, si sono lanciati in una "empia alleanza" con il Partito conservatore per bloccare il cambiamento necessario al Paese.

La City, il cui appoggio può risultare decisivo in un'elezione, non sarà rimasta contenta nemmeno della precedente uscita di Miliband che ha promesso, in caso di vittoria elettorale, di lanciarsi contro i "potenti interessi acquisiti" nel settore bancario e dell'energia. Non è un caso, del resto, che a bocciare la strategia di Miliband sia stato lo stesso Blair che, tra prese di distanza e aperto rifiuto di schierarsi al fianco del suo successore, ha lasciato intendere in più di un'occasione di non credere alla vittoria di un Labour guidato da Miliband.

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