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Gb: un voucher alle mamme per farle allattare al seno

28 maggio 2015 | 12.37
LETTURA: 3 minuti

Il programma varato per tornare a diffondere la cultura dell'allattamento naturale

Fonte OMS - Washington Post
Fonte OMS - Washington Post

Per tornare a diffondere la pratica dell'allattamento al seno, un gruppo di ricercatori britannici ha deciso di sperimentare un progetto che prevede di pagare le mamme. A seimila donne residenti nei quartieri a reddito più basso in Gran Bretagna sono state offerte duecento sterline, circa 280 euro, in voucher da spendere in una serie di negozi per allattare il figlio per sei mesi principalmente al seno.

Un progetto della durata prevista di un anno, organizzato dalle università di Sheffield, Dundee e Brunel, e che si concluderà a febbraio. Le critiche non mancano, perché con il denaro - si dice - si obbligano donne che potrebbero aver difficoltà pratiche e organizzative o anche fisiche, ad allattare comunque. Molti sostengono che la differenza tra allattamento al seno e latte artificiale è minima e che la cosa migliore sarebbe informare correttamente le mamme sulla scelta migliore da fare per ciascuna.

Ma per i suoi sostenitori l'allattamento materno offre una serie di benefici tali per la salute da avere effetti visibili anche sui costi della sanità. Il Regno Unito però ha uno dei tassi più bassi al mondo di donne che scelgono l'allattamento naturale. Il governo di Londra segue le indicazioni dell'Oms, che incita ad allattare i figli esclusivamente al seno per i primi sei mesi. L'un per cento delle mamme inglesi riesce a raggiungere questo obiettivo, contro il 19 per cento negli Stati Uniti, secondo un sondaggio (Infant Feeding Survey).

L'81 per cento delle donne britanniche inizia con l'allattamento naturale, ma solo il 34 per cento continua ad allattare il figlio al seno dopo sei mesi, contro il 49 per cento degli Stati Uniti e il 71 per cento della Norvegia. In tutto l'Occidente, il ricorso all'allattamento naturale è diminuito nella prima metà del 20mo secolo. Ora si è tornati all'allattamento al seno, soprattutto nei paesi scandinavi.

In Gran Bretagna il tasso è rimasto basso, anche per la scarsa preparazione del personale medico e la tendenza a prescrivere il latte artificiale alle prime difficoltà incontrate dalla mamma, dai dolori all'imbarazzo a nutrire il figlio in pubblico quando la situazione lo richiede.

Aldilà delle critiche, tra le mamme che hanno aderito al programma varato dalle università britanniche, una - Vanessa Purdy, citata dal Washington Post - ha spiegato di non averci pensato due volte quando ha visto il poster che propagandava il programma con i voucher. E di essere riuscita grazie al suo aiuto a superare i momenti di maggiore stanchezza o dolori. O anche imbarazzo: ora si incontra con altre mamme durante il giorno al bar e se deve allattare non si nasconde più in un angolo. D'altra parte la clientela è avvisata con un cartello all'ingresso del locale: 'Breast-feeding Friendly'.

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