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Genova, detenuto evade da Marassi dopo permesso premio

26 dicembre 2019 | 20.11
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E' il secondo caso in pochi giorni

Esterni del carcere di Marassi a Genova (Foto Fotogramma)  - FOTOGRAMMA
Esterni del carcere di Marassi a Genova (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Aveva ottenuto un permesso premio dal magistrato di Sorveglianza ma, allo scadere del beneficio, non è rientrato nel carcere di Marassi, dove era ristretto, facendo perdere le sue tracce. "Tecnicamente si tratta di evasione, e questo non può che avere per lui gravi ripercussioni se non si costituisce al più presto", spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. "L’uomo è un detenuto italiano, ristretto nel carcere di Marassi nella V^ Sezione attenuata. Ed è il secondo detenuto che, in permesso, in pochi giorni evade", aggiunge Capece.

E' opportuno "predisporre al ministero della Giustizia un urgente tavolo tecnico di tutti gli attori in causa, magistratura, autorità penitenziarie, polizia penitenziaria per mettere in campo, con la competenza e il contributo di tutti, una strategia comune, capace di rispondere in maniera più incisiva alle esigenze di sicurezza delle strutture e anche del territorio, dal momento che taluni detenuti che non rientrano ad esempio dal permesso, di sicuro rientrano nel loro territorio a delinquere!! E questo, per una società civile, non è ammissibile, tollerabile!" dice Capece.

Per il Sappe, "nel primo semestre dell’anno 2019 si sono verificate, nelle carceri italiane, 5 evasioni da istituti penitenziari, 23 evasioni da permessi premio, 6 da lavoro all’esterno, 10 da semilibertà e 18 mancati rientri di internati. Serve, allora, un potenziamento dell’impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna previa una dotazione organica dei Reparti della Liguria. A nostro avviso è fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio – anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna - potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria".

Aggiunge Michele Lorenzo, segretario Sappe della Liguria: "La sicurezza dei cittadini non può essere oggetto di tagli e non può essere messa in condizione di difficoltà se non si assumono gli Agenti di Polizia Penitenziaria. Ed il peso specifico della Liguria penitenziaria è notevolmente diminuito, anzi quasi azzerato, da quando è stata accorpata con il Piemonte. Questo vuol dire che le criticità della Liguria non vengono attentamente considerate: sono infatti decine i nostri interventi che non trovano alcun riscontro operativo".

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