cerca CERCA
Giovedì 25 Aprile 2024
Aggiornato: 13:17
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Genova, i 'Mille del Ponte' in un libro fotografico

02 agosto 2020 | 21.40
LETTURA: 4 minuti

Il presidente della Fondazione Ansaldo Raffaella Luglini all'Adnkronos: "Omaggio ai lavoratori e alla città" (VIDEO)

(Fotogramma)
(Fotogramma)

C'è un colore ricorrente, l'arancione e il giallo delle pettorine da cantiere, elementi costanti, come i caschetti protettivi. Intorno, uno scenario che cambia, quello della Valpolcevera a Genova, che a poco a poco ha visto smantellare i resti di un ponte, il Morandi, e la rinascita di un altro viadotto, il San Giorgio, quello che nelle prossime ore sarà restituito alla città. E' un racconto per immagini, fatto di occhi, mani, sorrisi nella fatica quello contenuto nel volume 'I Mille del ponte', il racconto fotografico edito da Fondazione Ansaldo e curato dal giornalista Massimiliano Lussana, che per farlo, per raccontare la storia del nuovo ponte sul Polcevera, prende a prestito le parole delle canzoni, tre in particolare: quelle di Ivano Fossati, Giorgio Gaber, Francesco De Gregori e Fabrizio De André. Perché, spiega, "credo che questo sia un ponte fatto di noi, e non di io, di persone e non di star, di gruppo e non di singoli".

Il testo, voluto da Fondazione Ansaldo e dedicato a Genova, nasce per rendere omaggio a tutti i lavoratori, l'anima del nuovo Ponte per Genova che verrà inaugurato domani. Operai, carpentieri, ma anche militari, ingegneri, tecnici, tutti coloro che hanno partecipato in un'opera collettiva alle fasi di demolizione del Morandi prima e ricostruzione poi del viadotto Polcevera.

"Abbiamo deciso - racconta all'Adnkronos Massimiliano Lussana - con Fondazione Ansaldo, che è un po' l'archivio storico della città e patrimonio del saper fare italiano e genovese, di portare a compimento questo progetto, un modo di rendere omaggio e di raccontare le maestranze che hanno materialmente hanno fatto il ponte, che l'hanno fatto con il sudore. Nel libro abbiamo scelto di concentrarci su coloro di cui si è parlato poco ma che sono l'anima di questo ponte: i saldatori, carpentieri e verniciatori, coloro che hanno fatto il serraggio cioè lavorato bullone per bullone, coloro che hanno messo i chip all'interno della struttura perché questo sarà anche il ponte più tecnologico del mondo. E poi i demolitori che hanno tagliato quasi materialmente pezzo a pezzo il ponte, i militari perché ci sono stati i parà del Col Moschin che erano gli unici in grado di far esplodere l'ultimo troncone che restava del Morandi, quello di Levante, quindi a pieno titolo parte di questa storia".

"Così come - prosegue il giornalista - lo sono stati coloro che hanno fatto i controlli di qualità, gli ingegneri, coloro che hanno fatto le progettazione in 3D e anche gli psicologi per esempio che sono andati nelle case degli sfollati di via Porro per spiegare cosa sarebbe successo e per fare anche un lavoro di supporto molto importante".Il volume ripercorre tutte le fasi, dai momenti dalla demolizione dei tronconi del Morandi, con l’esplosione controllata delle pile 10 e 11, passando per i viaggi delle chiatte con i pezzi del nuovo viadotto, fino alla costruzione delle pile in calcestruzzo, all'arrivo del manto stradale e alle rifiniture insieme al collaudo. "Come si è spesso detto - continua Lussana - un terremoto o un'alluvione sono un dramma ma possono capitare, ma che un ponte in autostrada cada non può capitare e invece è capitato. Credo che quindi quello che è stato il punto più basso toccato al nostro Paese sia anche il simbolo, la metafora di una rinascita. Se tutto ciò che hanno fatto questi mille lavoratori del Ponte l'avessero fatto in Giappone negli stessi tempi saremmo qua a parlare del 'miracolo in Giappone'. Questa volta il miracolo è italiano".

"Un progetto che è stato fortemente voluto da Fondazione Ansaldo, che è editore di questa pubblicazione, come omaggio alla città, ai lavoratori del ponte che sono più di 1000, naturalmente un rispettoso omaggio a chi ha perso la vita ma soprattutto un desiderio di dare testimonianza della forza, del coraggio di andare avanti e di rinascere" spiega all'Adnkronos Raffaella Luglini, Presidente di Fondazione Ansaldo. Un omaggio al mondo del lavoro, alle maestranze, che hanno lavorato alla demolizione e alla ricostruzione del nuovo ponte di Genova San Giorgio Fondazione Ansaldo - spiega Luglini - ha sede a Villa Cattaneo dell'Olmo in Valpolcevera, a pochissimi metri dal ponte. Noi dalle nostre finestre abbiamo visto ciò che era rimasto del Morandi e soprattutto siamo stati testimoni di questa rinascita quotidiana del nuovo ponte San Giorgio, che è cresciuto davanti ai nostri occhi. Abbiamo visto le persone lavorare in tutte le condizioni, anche durante la pandemia, e abbiamo sentito questo desiderio di partecipare: è un omaggio, un regalo alla città di Genova, che metteremo a disposizione di tutti già in formato digitale sul nostro sito internet di Fondazione Ansaldo e poi nelle principali biblioteche italiane perché il prestigio dell'archivio di Fondazione Ansaldo da Genova è un patrimonio che può insegnare in tutta Italia".

La Fondazione è un'istituzione che si colloca tra il mondo dell’impresa e quello della cultura ed è custode di un patrimonio di memoria storico-industriale di rilevanza nazionale composto da oltre 15 chilometri lineari di documentazione, più di 800.000 fotografie, circa 5.300 filmati in originale e 300 ore di testimonianze orali.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza