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George Floyd, processo al via: familiari inginocchiati per 8'46''

29 marzo 2021 | 17.59
LETTURA: 4 minuti

Il dibattimento iniziato a Minneapolis, i familiari inginocchiati davanti al tribunale. In aula è stato fatto vedere il video che ha portato all'incriminazione dell'agente di polizia Chauvin

Foto Fotogramma
Foto Fotogramma

I familiari di George Floyd sono rimasti in ginocchio questa mattina di fronte al tribunale di Minneapolis, sede del processo sul caso della sua morte, per 8 minuti e 46 secondi. La famiglia dell'afroamericano morto lo scorso maggio ha voluto così rappresentare il tempo durante il quale l'agente di polizia Derek Chauvin ha tenuto il suo ginocchio premuto sul collo di Floyd, provocandone il decesso.

"Noi ci inginocchiamo per 8 minuti e 46 secondi, e per tutto questo tempo noi vogliamo che pensiate perché Chauvin non ha sollevato il suo ginocchio'", ha detto il leader per i diritti civili, il reverendo Al Sharpton, che ha accompagnato i familiari di Floyd insieme al loro avvocato Benjamin Crump, nella conferenza stampa tenuta prima dell'inizio del processo a Chauvin. "Avremo la giustizia che ci meritiamo", ha detto uno dei fratelli di Floyd, Terrence, che era accompagnato dalla sorella Bridgett e altri parenti.

PROCESSO AL VIA

Conclusa la selezione della giuria, è iniziato oggi a Minneapolis il dibattimento del processo a Derek Chauvin per l'omicidio che ha avviato in tutti gli Stati Uniti, e nel resto del mondo, un'enorme ondata di proteste di Black Lives Matter. Il 45enne ex poliziotto bianco si è dichiarato non colpevole delle accuse di omicidio di secondo e terzo grado e di omicidio colposo per il quale è stato incriminato. I procuratori hanno incriminato Chauvin per molteplici capi di omicidio, per aumentare le possibilità che venga condannato.

Al centro della loro accusa c'è il video, che ha sconvolto il mondo intero, che mostra come l'agente abbia tenuto per quasi nove minuti il ginocchio sul collo di Floyd, ammanettato a terra, nonostante l'uomo lo implorasse dicendo "I can't breath", non riesco a respirare, la frase diventata lo slogan principale della protesta. Floyd era stato fermato perché sospettato di aver usato una banconota falsa da 20 dollari.

"La famiglia Floyd e l'opinione pubblica vogliono giustizia", ha dichiarato a The Guardian Areva Martin, avvocato per i diritti civili, sottolineando anche l'interesse internazionale per il processo. "Il mondo sta aspettando di vedere se gli Stati Uniti sono abbastanza coraggiosi per cambiare un sistema che ha una storia di violazione dei diritti degli afroamericani", ha aggiunto.

I procuratori, guidati da Keith Ellison, primo attorney general afroamericano, insisteranno sulle precedenti denunce per uso eccessivo della forza, compresi episodi simili a quelli che hanno portato alla morte di Floyd, che Chauvin ha ricevuto nei suoi 20 anni di carriera. Mentre la difesa dell'ex poliziotto, cercherà di affermare che la morte è stata provocata da problemi cardiaci, evidenziando anche prove di uso di sostanze stupefacenti.

L'autopsia del medico legale ha chiaramente stabilito che l'arresto cardiaco è stato provocato dal pressione sul collo dell'uomo immobilizzato. La famiglia di Floyd ieri notte a partecipato ad una veglia di preghiera, insieme a leader del movimento per i diritti civili come il reverendo Al Sharpton.


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