'Senza una magistratura indipendente e pulita svanisce la speranza di avere una giustizia giusta'
"Da luogo di confronto trasparente e pubblico il Csm si è trasformato in una specie di suk per trattative e scambi non sempre limpidi. E le sue correnti sono diventate cordate di potere per il conferimento clientelare di incarichi e la nomina di dirigenti". Il giudizio impietoso e sferzante proviene da Gian Carlo Caselli, magistrato per quasi 50 anni, oggi in pensione, ma ancora impegnato con l’Osservatorio delle Agromafie.
L'Adnkronos lo ha intervistato sullo stato della giustizia in Italia all'indomani dell'annuncio della ministra Marta Cartabia sulla riforma "imminente" del Consiglio Superiore della Magistratura. "Parlare di giustizia e legalità in termini credibili ormai non è facile -commenta Caselli- I casi tristemente noti del magistrato Palamara e dell’avvocato Amara hanno spinto la magistratura verso una caduta sempre più rovinosa di credibilità e fiducia".
"La vicenda Palamara -prosegue l'ex magistrato- ha squadernato la pratica avvilente di una limacciosa partita tra schieramenti trasversali e singoli magistrati, dentro e fuori il Csm e l’Associazione Nazionale Magistrati". (segue)
L'ex magistrato è autore di 'La giustizia conviene', scritto con Lo Forte
Già in passato, tuttavia, Csm e magistratura hanno dovuto affrontare situazioni burrascose. "Ora si è toccato il fondo -afferma Caselli senza mezzi termini- Serve una sincera autocritica e uno scatto d’orgoglio dell’Anm e del Csm per puntare a un robusto recupero di credibilità e fiducia. Altrimenti non è neppure ipotizzabile che nelle prossime, necessarie riforme siano prese in considerazione anche le ragioni della magistratura".
Quali sono queste ragioni? "Quelle che impongono di scacciare i 'mercanti dal tempio'. Quelle che si intrecciano con le ragioni dei cittadini onesti, perché senza una magistratura indipendente e pulita svanisce la speranza di avere una giustizia giusta". (segue)
'Mi aspetto che la riforma della giustizia non sia una pseudoriforma'
Lei e il suo collega Guido Lo Forte avete appena scritto un libro intitolato "La giustizia conviene" (edito da Piemme, ndr): in che senso conviene? "Perché è stata e rimane un pilastro portante nella vita di una comunità davvero civile e va difesa. E’ l'unico strumento a salvaguardia delle libertà e dei diritti di tutti, soprattutto di chi non ha né potere, né privilegi".
Cosa si aspetta dalla riforma della giustizia? "Che non sia una pseudoriforma, magari finalizzata a chiudere i conti con il fastidioso incomodo di una giurisdizione troppo autonoma, ma che incida sulla capacità della magistratura di essere fedele soltanto alla Costituzione".
di Rossella Guadagnini