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Ricerca: Gilead premia 53 progetti innovativi per cura e assistenza Hiv e Hcv

15 ottobre 2019 | 15.37
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Dai percorsi di diagnosi e cura facilitati per l'epatite C nei migranti e indigenti, fino al contrasto alla diffusione dell'Hiv tra le donne emarginate dal sistema sanitario nazionale: in totale sono 53 i progetti vincitori della nona edizione del Fellowship Program e del Community Award Program di Gilead, i due bandi con cui l'azienda premia i progetti più innovativi, in ambito scientifico e sociale-assistenziale, destinati a migliorare qualità di vita, assistenza terapeutica ed efficacia delle cure nei pazienti affetti da Hiv, patologie del fegato e malattie oncoematologiche. Alle 18 associazioni e ai 35 tra ricercatrici e ricercatori premiati sono stati destinati più di un milione e mezzo di euro.

In 9 anni i due bandi hanno consentito la realizzazione di oltre 400 progetti, grazie a un finanziamento di oltre 10 milioni di euro. "Quello sviluppato in questi 9 anni è un vero modello di collaborazione tra industria, ricerca e associazionismo dei pazienti - ha spiegato Cristina Le Grazie, Executive Director Medical Affairs di Gilead, a margine della cerimonia di premiazione a Milano - che ha portato un miglioramento nella salute dell'individuo e della società. Abbiamo imparato molto in questi anni, ad esempio con la raccolta di dati epidemiologici nella popolazione affetta da Hiv e Hcv, e risultati importanti in campo ematologico come il modello per prevedere l'evoluzione della malattia in pazienti con leucemia linfatica cronica".

Il Fellowship Program è il bando riservato a ricercatori ed enti di ricerca e cura, pubblici e privati, mentre il Community Award Program seleziona e premia i progetti di associazioni pazienti che dimostrino di avere ricadute positive sulla qualità di vita e sull'assistenza terapeutica delle persone affette da Hiv, patologie del fegato e malattie oncoematologiche.

Un terzo bando, dedicato all'infettivologo Mauro Moroni, assegna 4 premi per l'etica, in particolare a quei progetti che meglio hanno saputo gestire problematiche di natura etico-giuridica tra cui il trattamento dei dati personali, il coinvolgimento di minorenni o la discriminazione di genere tra il personale di ricerca. Oltre 20 i riconoscimenti in 9 anni.

Nell'edizione 2019 spicca il progetto di Miriam Lichtner dell'Università La Sapienza di Roma, 'micro-eradicazione Hcv tra gli utilizzatori di sostanze psicoattive afferenti ai Serd del polo pontino'.

Tutti i bandi sono legati dal file rouge dell'innovazione digitale, con progetti che hanno generato tools digitali, App per la gestione della malattia e Chat bot per la comunicazione medico-paziente, fino a programmi di intelligenza artificiale per supportare il lavoro della ricerca clinica.

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