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Giorgia Meloni: “Serve un’Europa più vicina ai cittadini e alle imprese”

26 ottobre 2022 | 17.07
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Il nuovo premier italiano, nel suo discorso con cui ha chiesto la fiducia al Parlamento, ha dedicato un capitolo importante al ruolo che deve avere l’Italia in Europa

Giorgia Meloni: “Serve un’Europa più vicina ai cittadini e alle imprese”

Giorgia Meloni è premier da poche ore. Interviene alla Camera nelle sue dichiarazioni programmatiche, per chiedere la fiducia al suo governo. Parla più di un’ora e si sofferma su tutti i temi più sensibili. Il rapporto con l’Europa ha uno spazio significativo.

"Permettetemi, parlando di Europa, innanzitutto di ringraziare i versi i vertici delle istituzioni comunitarie: il Presidente del Consiglio Charles Michel, il Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, la Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, il Presidente di turno del Consiglio, il mio amico Peter Fiala, e con loro i tanti Capi di Stato e di Governo che in queste ore mi hanno augurato buon lavoro. Ovviamente, non mi sfugge la curiosità e l'interesse per la postura che il governo terrà verso le istituzioni europee. O, ancora meglio, vorrei dire dentro le istituzioni europee, perché è quello il luogo in cui l'italia farà sentire forte la sua voce, come si conviene a una grande nazione fondatrice; non per frenare o sabotare l'integrazione europea, come a volte ho sentito dire anche in queste settimane, ma per contribuire a indirizzarla verso una maggiore efficacia nella risposta alle crisi e alle minacce esterne e verso un approccio più vicino ai cittadini e alle imprese".

La leader di Fratelli d’Italia ribadisce la vocazione europeista del suo governo ma non rinuncia a evidenziare quello che secondo lei non ha funzionato.

"Non concepiamo l'Unione Europea come un circolo elitario con soci di serie A e soci di serie B o, peggio, come una Società per Azioni diretta da un consiglio di amministrazione con il solo compito di tenere i conti in ordine. L'Unione Europea, per noi, è la casa comune dei popoli europei e come tale deve essere in grado di fronteggiare le grandi sfide della nostra epoca, a partire da quelle che gli Stati membri difficilmente possono affrontare da soli. Penso agli accordi commerciali, certo, ma anche all'approvvigionamento di materie prime e di energia, alle politiche migratorie, alle scelte geopolitiche, alla lotta al terrorismo: grandi sfide di fronte alle quali non sempre l'Unione Europea si é fatta trovare pronta. Perché, colleghi, come è stato possibile che un'integrazione che nasceva nel 1950, settanta anni orsono, come Comunità Economica del Carbone e dell'Acciaio, a settant'anni di distanza, si ritrovi, dopo aver allargato a dismisura la sua sfera di competenza, a essere maggiormente esposta proprio in tema di approvvigionamento energetico e di materie prime?".

Meloni ribadisce l’impegno a rispettare le regole e la volontà di contribuire a migliorare l’integrazione europea

"Chi si pone questi interrogativi non è un nemico o un eretico ma un pragmatico che non teme di dire quando qualcosa non funziona come potrebbe. Serve un'integrazione più efficace, nell'affrontare le grandi sfide nel rispetto di quel motto fondativo che recita: 'uniti nella diversità'. Perché è questa la grande peculiarità europea: Nazioni con storie millenarie, capaci di unirsi, portando ciascuna la propria identità come valore aggiunto. Una casa comune europea vuol dire certamente regole condivise anche in ambito economico-finanziario. Questo Governo rispetterà le regole attualmente in vigore e nel contempo offrirà il suo contributo per cambiare quelle che non hanno funzionato, a partire dal dibattito in corso sulla Riforma del Patto di stabilità e crescita. Per la sua forza e la sua storia, l'Italia ha il dovere, prima ancora che il diritto, di stare a testa alta in questi consessi internazionali, con spirito costruttivo ma senza subalternità o complessi di inferiorità, come troppo spesso ci è parso che accadesse in passato, coniugando l'affermazione del proprio interesse nazionale con la consapevolezza di un destino comune, europeo e occidentale".

Da oggi, le politiche del governo di Giorgia Meloni, a partire dal rapporto con l’Europa, saranno misurati dai fatti.

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