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Giovane crocifissa a Firenze, il killer: "Donne mi rifiutano, ho agito per rivalsa"

10 maggio 2014 | 15.08
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Giovane crocifissa a Firenze, il killer:

"Le donne non mi volevano, nemmeno quando ero giovane. E allora mi ha sopraffatto un senso di rivalsa verso le donne". E' questa una delle frasi chiave della confessione di Riccardo Viti, 55 anni, sposato dal 2005 con una donna ucraina, che venerdì è stato fermato per l'omicidio della prostituta romena Andrea Cristina Zamfir, 26 anni, il cui cadavere è stato trovato lunedì scorso sotto un cavalcavia alle porte di Firenze, nella zona del cimitero di Ugnano.

Viti ha trascorso la notte nel carcere di Sollicciano in attesa che il gip del Tribunale di Firenze confermi il provvedimento adottato dal pm Paolo Canessa. Lunedì prossimo sarà interrogato di nuovo dal gip del Tribunale di Firenze per la convalida del fermo. Viti è indagato per violenza sessuale, sequestro di persona e omicidio volontario.

E come ha spiegato lo stesso pubblico ministero nel pomeriggio di venerdì in una conferenza stampa, Viti ha reso ampia confessione del fatto a lui attribuito ammettendo anche di aver compiuto numerose violenze sessuali su altre prostitute.

Nel corso dell'interrogatorio, Viti ha spiegato anche di aver scoperto il suo lato sadico nei confronti delle donne intorno ai vent'anni, quando faceva il militare. "E' cominciato tutto da lì" avrebbe detto Viti, parlando di quel fumetto sadomaso, dove aveva visto "quelle immagini" che poi l'avrebbero portato, a partire almeno da quindici anni fa, a cercare di ripetere il suo gioco erotico "particolare" con prostitute che andava a cercare nella zona del parco delle Cascine o alla periferia della città, nel quartiere di Novoli.

E secondo sempre Viti, sarebbe stato questo fumetto a suggerirgli di imitare quel gioco sadico che poi immancabilmente proponeva alle prostitute: chiedeva loro che si spogliassero, mentre erano ancora a bordo del suo furgone, poi le portava in una zona appartata, legava loro le mani con il nastro adesivo e poi cominciava quel "gioco che in realtà era una violenza sessuale" che lui compiva quasi sempre con un manico di legno preso da una scopa.

"Abbiamo tolto dalla convivenza civile un pericoloso criminale, che tanto male ha fatto in passato" ha detto il questore di Firenze che ha sottolineato poi con soddisfazione come la collaborazione tra tutte le forze dell'ordine abbia permesso di "arrivare all'obiettivo in breve tempo". Inoltre il questore ha elogiato "il lavoro degli investigatori che si sono prodigati giorno e notte" portando all'individuazione di Viti in meno di quattro giorni.

I vicini di casa di via Locchi, nella zona dell'ospedale di Careggi, raccontano che Riccardo Viti sembrava una persona tranquilla, dalla vita normale e dal carattere timido, se non addirittura particolarmente introverso. Anche gli anziano genitori come hanno riferito agli investigatori, non hanno mai avuto sospetti sulla doppia vita del figlio. Quello che in città ormai chiamavano 'il mostro', in realtà era "un uomo dall'apparente vita comune, l'uomo della porta accanto", come hanno riferito gli investigatori, dopo avere ascoltato anche la sua confessione. Un insospettabile, che però la notte si trasformava tanto da desiderare sopra ogni cosa una sessualità perversa in cui il godimento nasceva dal veder soffrire le sue vittime. Un insospettabile che, come hanno ricostruito gli investigatori, almeno una volta alla settimana amava "torturare le donne".

Il questore di Firenze, Raffaele Micillo, proporrà per una promozione straordinaria al capo della Polizia, Alessandro Pansa, il poliziotto della squadra mobile fiorentina Paolo De Giorgi, "la cui intuizione è stata fondamentale per la risoluzione del caso" della giovane prostituta romena.

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