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Libri: Giovanni Gastel si racconta in 'Un eterno istante. La mia vita'

27 agosto 2015 | 09.40
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Giovanni Gastel (Foto Infophoto) - INFOPHOTO
Giovanni Gastel (Foto Infophoto) - INFOPHOTO

Mondadori Electa pubblica, il 15 settembre, per la collana Madeleines 'Un eterno istante. La mia vita' di Giovanni Gastel, un libro nel quale il grande fotografo di moda italiano racconta per la prima volta la sua storia intima, celebrando i suoi quarant’anni di carriera. "Una corsa faticosa, sì, ma in mezzo all’affetto e al calore di tutti", dice Gastel descrivendo la sua vita. Nel libro i suoi ricordi diventano quadri, fotografie a colori che fermano attimi di vita passata: l’infanzia dorata trascorsa tra Milano e la casa di famiglia di Cernobbio, gli incontri con il celebre zio, Luchino Visconti, gli anni difficili della scuola, la scoperta dell’amore per la fotografia e i timidi esordi da assoluto autodidatta a dispetto del padre che lo voleva laureato. E poi la famiglia, gli amici, i colleghi, i collaboratori, di tutti Gastel tratteggia un ritratto preciso e spesso affettuoso, sempre indulgente: da Germano Celant, a Oliviero Toscani, a Gabriele Basilico, a Ettore Sottsass e molti altri.

"Ho intravisto, correndo, la vita -scrive Gastel- Il ricordo ora me la ripresenta così, scomposta in quadri, in avvenimenti e persone che appaiono e scompaiono come accade nei sogni". La prima foto a 17 anni, la prima copertina a 26: una carriera brillante la sua, che dalla casa d’aste Cristie’s lo porta a 'Vogue Italia' e all’incontro con Flavio Lucchini e Gisella Bormioli di 'Mondo Uomo' e 'Donna' e poi a Parigi e a 'Elle' fino alla definitiva consacrazione internazionale. Al successo, all’eleganza e all’amore per il bello che lo hanno sempre contraddistinto, fa da contraltare nel racconto di Gastel un profondo disagio che si manifesta all’improvviso in interminabili notti insonni e in frequenti attacchi di panico che lo tormentano per dieci lunghissimi anni. Ne esce, finalmente, provato e forse migliore. Resta sul fondo un malessere silenzioso, una malinconia che è lì a ricordargli che lui è "estraneo al mondo e alle sue storie".

Un Gastel inedito quello che si racconta nel libro, corredato da un ricco apparato fotografico che raccoglie alcuni dei suoi più celebri scatti; ne esce il ritratto intimo di un uomo che ama la vita, le donne, la famiglia, gli amici e di un amore assoluto la sua professione e le sue fotografie, e che quasi sessantenne prova a fare i conti con il suo passato. Giovanni Gastel nasce a Milano il 27 dicembre 1955, da Giuseppe Gastel e da Ida Visconti di Modrone, ultimo di sette figli. Nel 1967, all’età di dodici anni - si legge nel profilo biografico sul suo sito - Gastel inizia a mostrare la sua vocazione artistica, entrando a far parte di compagnie di teatro sperimentale, per le quali recita fino all’età di diciassette anni. Parallelamente, coltiva la passione per la poesia, a sedici anni pubblica, per l’editore Cortina, una raccolta intitolata 'Casbah'.

Negli anni Settanta, avviene il suo primo contatto con la fotografia. Da quel momento, ha inizio un lungo periodo di apprendistato durante il quale fotografa matrimoni, esegue ritratti, piccoli still-life e qualche servizio di moda per bambini, mentre un’occasione importante gli viene offerta nel 1975-76, quando inizia a lavorare per la casa d’aste Christie’s. La svolta avviene nel 1981 quando incontra Carla Ghiglieri, che diventa il suo agente e lo avvicina al mondo della moda. La comparsa dei suoi primi still-life sulla rivista 'Annabella' e del 1982. Inizia a collaborare con 'Vogue Italia' e poi, grazie all’incontro con Flavio Lucchini, direttore di Edimoda, e Gisella Borioli, alle riviste 'Mondo Uomo' e 'Donna'.

Da questo momento, l'attività professionale di Gastel s’intensifica e inizia a collaborare con le più prestigiose testate di moda sia in Italia che all’estero, soprattutto a Parigi. Elabora proprio in questi anni d’intenso impegno professionale il suo stile inconfondibile, caratterizzato da una poetica ironia, mentre la sua passione per l’arte lo porta ad introdurre nelle fotografie il gusto per una composizione equilibrata. I suoi riferimenti sono, per gli still-life, la Pop Art, che ebbe modo di vedere in mostra alla Rotonda della Besana sin dai primi anni Settanta, e l’opera fotografica di Irving Penn. Traendo ispirazione anche dallo studio dell’arte rinascimentale, Gastel si rifà costantemente ad un’ideale di eleganza, che ha respirato sin dall’infanzia, soprattutto grazie alla madre.

Intorno alla metà degli anni Ottanta, fonda la Gastel&Associati con Angelo Annibalini e Uberto Frigerio, con la quale intende promuovere l’inserimento nel mondo professionale di giovani fotografi, sia cresciuti nel suo studio, sia incontrati durante numerosi workshop. Il suo impegno attivo nel mondo della fotografia lo avvicina anche all’Associazione Fotografi Italiani Professionisti, di cui è stato presidente dal 1996 al 1998. Da allora Gastel ne è presidente onorario. La consacrazione artistica avviene nel 1997, quando la Triennale di Milano gli dedica una mostra personale, curata dallo storico d’arte contemporanea, Germano Celant, in cui vengono presentate circa 200 fotografie, testimonianza della sua lunga e prolifica carriera.

Gastel utilizza le tecniche 'old mix', quelle a incrocio, le rielaborazioni pittoriche, gli sdoppiamenti e le stratificazioni, fino al ritocco digitale. Il successo professionale si consolida nel decennio successivo, tanto che il suo nome appare nelle riviste specializzate insieme a quello di fotografi italiani quali Oliviero Toscani, Giampaolo Barbieri, Ferdinando Scianna, o affiancato a quello di Helmut Newton, Richard Avendon, Annie Lebowitz, Mario Testino e Jurgen Teller. Nel 2002, nell’ambito della manifestazione La Kore Oscar della Moda, ha ricevuto l’Oscar per la fotografia. Presidente onorario dell’Associazione Fotografi Italiani Professionisti e membro permanente del Museo Polaroid di Chicago, Gastel svolge la sua attività lavorativa nel suo studio in Via Tortona a Milano, dove continua a coltivare la sua passione per la poesia, l’ultima raccolta ha per titolo 'Cinquanta', e per la ricerca fotografica al di fuori degli schemi della moda.

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