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Toti ad Adnkronos Live: "Fi sembra attrezzo del passato"

30 maggio 2019 | 18.46
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Il presidente della regione Liguria replica a Tajani: "Non credo che il disastro al Centro sia dovuto a me". E sull'ipotesi che possa lasciare il partito: "Spero sia lui che non lasci se stesso". Sui 5 Stelle: "Sono strutturalmente 'unfit'"

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

"Non credo che il disastro al Centro sia dovuto a me". Giovanni Toti ospite di Adnkronos live replica ad Antonio Tajani che l'ha accusato di aver fatto campagna elettorale per altri partiti e non per Forza Italia alle europee. "Non ho fatto campagna elettorale per nessuno, da governatore di una regione non ho incarichi esecutivi nel partito, rappresento una coalizione di 5 partiti", ha sottolineato il presidente della regione Liguria. "Detto questo, io voglio bene ad Antonio e ho anche una discreta autostima, ma non credo che il disastro al Centro sia dovuto a Toti", rimarca il governatore azzurro della Liguria.
"Forza Italia ha mancato un appuntamento importante con il rinnovamento da cui sono passati tutti i partiti, da Fratelli d'Italia alla Lega allo stesso Pd. Fi è rimasto un po' una cosa che assomiglia a un attrezzo del passato, ha fallito ad adeguare il suo messaggio politico, è mancato il principio di democrazia interna, è mancata un po' di selezione meritocratica nella classe dirigente'', afferma Toti. "Berlusconi mi definisce un potenziale invisibile? Per essere invisibile ho qualche chilo di troppo... dopodiché non mi preoccuperei tanto della visibilità di Giovanni Toti ma della invisibilità che rischia un partito che una decina di anni fa totalizzava oltre 10-11 milioni di voti e oggi sfiora i 2 milioni di voti, quindi è stato abbandonato da molti elettori e dirigenti e mi chiederei il perché", ha detto ancora il governatore della Liguria aggiungendo: "Io sto cercando di non lasciare Forza Italia, nel senso che io spero che Forza Italia non lasci se stessa". "Sto cercando di rimanere in Forza Italia per dare il mio contributo - ha sottolineato allora - La scissione dell'atomo se mi avesse interessato mi avrebbe portato a studi di fisica all'università... Vorrei semmai aggregare Forza Italia ad altre cose".

"Il tema - ha proseguito il presidente della Regione Liguria - è che oggi Forza Italia è all'8% mentre la Lega è al 34%: il centrodestra scoppia di salute ma è un po' come quando a Torino si diceva 'io e Gianni Agnelli siamo miliardari'". E insiste: alle europee "abbiamo fatto l'8%, il che vuol dire che se si votasse domattina sarebbe probabilmente il 5% perché poi l'opinione pubblica si sposta sul vincitore". "Oggi magari, arrivati contro il muro e sentito lo schianto, auspico che qualcuno cominci a prendere in considerazione le mie riflessioni", ha aggiunto Toti parlando dello stato di salute del partito. "Resto grato a Berlusconi per le opportunità che ha dato, non solo a me, a tanti, ma qua stiamo parlando di come continuare una storia politica nata nella seconda Repubblica e tagliarla per la terza Repubblica e come evitare un lento declino che penso sia ingeneroso anche per lo stesso Berlusconi", ha sottolineato Toti. Quanto a una eventuale sua partecipazione al congresso di Forza Italia?: "Vedremo quali sono le regole. E' certamente un segnale nella direzione auspicata, quella di una apertura alla base". Ma aggiunge: "Io credo sarebbe ritenuto molto autoreferenziale e autoconservativo un congresso per chi si iscrive a Forza Italia come si faceva una volta nelle sezioni, con qualche centinaio di militanti. Quando parlo di un confronto e dico di riaprire i confini di un movimento politico a tutte quelle istanze che ci hanno abbandonato, vuol dire che in quel congresso devono poter votare i singoli cittadini, le associazioni, le liste civiche...". "Se per congresso si intendono delle primarie dove ognuno si presenterà col proprio programma, i propri sostenitori, i propri cittadini - ha sottolineato l'esponente azzurro - sarebbe un bel momento, sarebbe quello che chiedo da tanto tempo".

"L'Economist scrisse una volta, sbagliando, che Berlusconi era 'unfit' per il governo. Credo che i M5S siano strutturalmente 'unfit' finché non cambieranno il loro Dna e diventeranno un partito che comincia a ragionare nel novero delle cose possibili", sottolinea il presidente della Regione Liguria. Quanto a Beppe Grillo, "credo di averlo intravisto una volta nella mia vita, mi ha fatto molto ridere da comico, lo ricordo fin dai tempi dell'ostracismo Rai di Sanremo con i socialisti. In Liguria devo dire, con grande orgoglio, che da quando ci sono io non hanno vinto niente, neanche un quartiere. Evidentemente Grillo è uomo molto simpatico e molto intelligente ma chi conosce bene il M5S lo evita, non lo vota".

Toti ha parlato anche delle dimissioni di Rixi: sono "un ulteriore segnale della diversità tra Lega e M5S. Sono preoccupato per la gestione del ministero delle Infrastrutture, che perde un baluardo di normalità e moderazione rappresentato dall'amico Rixi rispetto a qualche eccentricità del ministro Toninelli".

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