di Cristina Armeni
La quota 100 è sbagliata mentre il reddito di cittadinanza è una misura che va nella direzione giusta per affrontare seriamente il problema della povertà ma difficile da attuare. Questo in estrema sintesi è il giudizio che Enrico Giovannini, ordinario di Statistica ed Economia all'Università Tor Vergata di Roma, dà alle due misure varate ieri dal governo.
"Quota 100 credo sia un errore, avrei scelto di operare ulteriormente sulle categorie cosiddette svantaggiate, - dice l'ex ministro del Lavoro all'Adnkronos - non tutte le professioni sono uguali, bisognerebbe andare incontro verso le persone che a una certa età hanno addirittura dei rischi a restare al lavoro. E poi avrei sviluppato ulteriormente l'anticipo pensionistico facendo sì che le imprese interessate a un turn over possano contribuire anche ai costi invece di scaricare tutto sulla finanza pubblica", spiega Giovannini.
La misura poggia sull'ipotesi "molto forte" di stimolare il turn over, ma "in un momento congiunturale di crescita bassa e con l'arrivo di una forte spinta all'innovazione tecnologica credo che tante imprese tenderanno a risparmiare lavoro. Quindi, non è affatto detto che il tasso di sostituzione tra uscite ed entrate sia così alto come di quello di cui si sente parlare".
Quanto al reddito di cittadinanza, "giustamente non è un reddito di cittadinanza ma è un reddito di inclusione, perché prende correttamente la soglia di povertà assoluta e non quella relativa, quindi ha un costo inferiore a quello inizialmente immaginato. Come impianto è quasi uguale a quello del sostegno per l'inclusione attiva che disegnammo nel settembre 2013", commenta Giovannini.
"Ed è importante dire che le risorse stanziate sono finalmente quelle necessarie per affrontare seriamente il problema della povertà". Tuttavia, aggiunge, "è molto complesso da attuare soprattutto nei tempo previsti, perché riguarda non solo il funzionamento dei centri per l'impiego ma il coinvolgimento dei Comuni, delle Asl, di tutte le istituzioni che devono operare su questo fronte".
Il reddito di cittadinanza infatti "ha un approccio fortemente orientato all'incrocio dei dati e deve fare i conti con le Regioni - commenta Giovannini - tanto che nel passaggio parlamentare suggerirei di inserire una norma che se i comuni o le regioni non forniscono i dati, in quel comune o regione il reddito di cittadinanza non si applica".