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Giustizia, le ragioni del no all'astensione

Giudice Salvini: "E' sciopero da lotta politica per influire sul Parlamento"

16 maggio 2022 | 13.03
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Il magistrato di Milano non aderisce allo sciopero delle toghe

Il giudice di Milano Guido Salvini - Adnkronos
Il giudice di Milano Guido Salvini - Adnkronos

Uno sciopero da "lotta politica" che mira a influenzare "l'indirizzo legislativo del Parlamento". Uno sciopero "inventato" che, forse, mira a distrarre dai problemi veri che negli ultimi tempi hanno portato ai minimi storici la credibilità della magistratura. Il giudice di Milano Guido Salvini non aderisce allo sciopero delle toghe e dal suo ufficio al settimo piano del Palazzo di giustizia continua a lavorare, come ha sempre fatto fin dagli anni del terrorismo. "Si può essere o meno d'accordo con i vari aspetti della riforma, ma di certo - spiega Salvini intervistato dall’Adnkronos - non si può scioperare contro un provvedimento votato dal legislatore a larga maggioranza e dopo numerosi confronti nelle Commissioni anche con i magistrati. I magistrati hanno il diritto e forse il dovere di scioperare ma nel caso di leggi sulla giustizia che appaiono in modo grave e diretto anticostituzionali e certo questo non è il caso della riforma Cartabia".

Per il giudice, da sempre lontano dalle correnti presenti all’interno della magistratura, "Non possono essere usate come pretesto per lo sciopero le nuove 'valutazioni', ancora tutte da sperimentare, che si riferiscono comunque a gravi anomalie e non al semplice annullamento di un provvedimento. In realtà potrebbero evitare che gravi disastri processuali, alcuni dei quali, anche a Milano, tutti conosciamo, entrino, come spesso accade, addirittura quale nota di merito nel curriculum di un magistrato. E non dimentichiamo che saranno sempre altri magistrati, i Consigli giudiziari e il Csm, a redigere le valutazioni e non il ministro o il governo".

Secondo Salvini, che informa con tanto di cartello sulla porta dell'ufficio che oggi non sciopererà, "Vi sarebbero stati altri temi su cui sollecitare il governo, ad esempio più giudici, visto che la magistratura è da sempre sotto organico, più assistenza informatica e soprattutto meno correntismo. Ma questo è uno sciopero politico, tende ad uno scontro e ad influire, in modo pretestuoso, sull'indirizzo legislativo del Parlamento". Anche su quanti parteciperanno allo sciopero ha le idee chiare. "Credo che molti vi aderiranno senza entusiasmo solo perché è conveniente mostrarsi zelanti per assicurarsi qualche vantaggio futuro e conformisti nei confronti dei capi della magistratura. Capi però che, con proclami ancor più confusi e mediocri del passato, hanno propagandato uno sciopero da vicolo cieco, nella speranza forse di far dimenticare i guasti di casa nostra", conclude il giudice Guido Salvini.

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