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Giulia Tramontano trovata morta, da scomparsa a confessione fidanzato

01 giugno 2023 | 07.20
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Alessandro Impagnatiello ha confessato nella notte: indagato per omicidio volontario. Le incongruenze, l'amante, le tracce di sangue: la dinamica del delitto

 Giulia Tramontano (Foto Fotogramma)
Giulia Tramontano (Foto Fotogramma)

"Sono stato io". Questa la frase ripetuta più volte agli inquirenti da Alessandro Impagnatiello, fidanzato di Giulia Tramontano, che ha confessato l'omicidio della 29enne incinta di 7 mesi di cui non si avevano più notizie dal 28 maggio. Il cadavere della giovane è stato trovato nella notte dai Carabinieri in un'area verde abbandonata nell'abitato di Senago dove viveva la coppia. Il 30enne, ascoltato dal Pubblico ministero nella notte, avrebbe indicato lui dove trovare il corpo nascosto in un'intercapedine.

La dinamica del delitto

Impagnatiello - indagato per omicidio volontario aggravato, interruzione di gravidanza non consensuale e occultamento di cadavere - dopo aver ucciso a coltellate e tentato due volte di bruciare il corpo di Giulia, l’ha trasportato nel bagagliaio dell’auto fino a lì. Solo di fronte alla scoperta, da parte dei carabinieri, di "ampie tracce di sangue" nell’appartamento di Senago il 30enne "è crollato e ha deciso di ammettere l’omicidio", ha raccontato il comandante provinciale dei carabinieri di Milano, Iacopo Mannucci Benincasa. Un delitto che ha "ammesso", senza però - osserva il comandante - "raccontare la verità, perché io non credo che il racconto sia del tutto genuino, ci sono cose che non tornano".

Ricordando che "siamo in attesa della convalida del gip", Mannucci Benincasa ha parlato di "un quadro talmente chiaro che possiamo dire che ci sono ancora cose da mettere luce, ma sulla gran parte di questa vicenda oggi è stata fatta luce" e ha rivendicato che "l’assassino è stato individuato in 72 ore, nonostante i tentativi che ha fatto". Già domenica pomeriggio, quando Impagnatiello ha denunciato ai carabinieri di Senago la scomparsa della compagnia incinta, sono emerse incongruenze nelle sue parole. "Chi raccoglie queste informazioni capisce subito che c’è qualcosa che non va", racconta il comandante provinciale dei carabinieri, spiegando che "le indagini, e non per scomparsa, partono subito e si fanno sempre più pressanti e sempre più capaci di individuare le contraddizioni di un racconto che sono diventate prove quando le parole di chi narrava i fatti venivano contraddette dai riscontri".

Prima le coltellate poi il doppio tentativo di bruciare il corpo

Impagnatiello, dopo aver ucciso con due o tre coltellate mirate contro organi vitali, ha provato a bruciarne il corpo nella vasca da bagno, utilizzando dell’alcol etilico. Poi, non riuscendoci - da quello che ha raccontato durante la confessione resa nella notte - si sarebbe spostato nel box di famiglia, dove avrebbe provato nuovamente a dar fuoco al corpo utilizzando una tanica di benzina. Dettagli che dovranno trovare riscontri nelle indagini. Nell’auto di Impagnatiello c’era ancora l’odore del carburante utilizzato.

Come uccidere e nascondere il corpo: le ricerche dell'assassino sul web

Il barman aveva fatto ricerche in rete, prima che la fidanzata rientrasse in casa sabato sera, su come ucciderla e poi sbarazzarsi del corpo. "Questo omicidio oggi lo qualifichiamo come premeditato per le chat, i messaggi e le ricerche su internet che ci dicono che l’assassino prima di incontrare la sua vittima aveva già in animo di ucciderla", ha detto Mannucci Benincasa. "Sono state proprio le ricerche in rete che ci hanno consentito di capire che stava aspettando la vittima a casa e aveva già deciso come ucciderla e come disfarsi del cadavere", ha aggiunto la pm Alessia Menegazzo, aggiungendo che proprio "il combinato disposto delle telecamere, delle stringhe di ricerca e degli arrivi ci ha consentito di avere orari precisi" sugli spostamenti di Impagnatiello.

La doppia vita di Impagnatiello

Dopo aver ucciso Giulia nella loro casa di Senago, tra le 19 e le 20 di sabato sera, Impagnatiello ha cercato di contattare anche la sua amante, la collega americana con cui la 29enne incinta di 7 mesi si era incontrata nel pomeriggio. "Se n’è andata, adesso sono libero", avrebbe detto all’amante, giurando che il figlio che Giulia portava in grembo non fosse suo. La collega, però, spaventata, ha preferito non incontrarlo, proponendogli solo un confronto a distanza "da due finestre".

L'incontro tra le due donne era avvenuto alle 17 di sabato pomeriggio all’Armani Bamboo Bar, dove Impagnatiello lavorava come barman insieme all'altra donna. Il 30enne non ha partecipato all’incontro, in cui - ha riferito in conferenza stampa l’aggiunto Letizia Mannella - "c’era stata solidarietà tra le due donne al punto che" la collega e amante di Impagnatiello, che era rimasta anche lei incinta ma aveva interrotto la gravidanza, "si è mostrata preoccupata".

Il post della sorella di Giulia

"Grazie dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote. Di genitori che sono stati privati del diritto di essere tali. La nostra famiglia sarà per sempre unita come in questa foto". Queste le parole di Chiara Tramontano, la sorella di Giulia, che affida ad una storia su Instagram i suoi pensieri, dopo il ritrovamento del corpo.

I dubbi della mamma di Giulia

"Giulia non ci avrebbe mai fatto una cosa del genere, non si sarebbe mai allontanata lasciandoci nella preoccupazione. Noi siamo una famiglia molto unita. Io penso male, sarà successo qualcosa di veramente brutto. Io penso tutte cose negative, non ci posso fare niente". In un'intervista a 'Chi l'ha visto', trasmessa ieri sera prima del ritrovamento del corpo, i dubbi della mamma di Giulia.

''Sabato intorno alle 13 ho sentito per l'ultima volta la voce di mia figlia - aveva aggiunto -. C'eravamo sentite per tutta la mattinata con whatsapp, discutevamo del corredino, discutevamo e ridevamo sui costi. Dopodiché a livello di voce non l'ho più sentita. Alle 21.43 l'ultimo messaggio. 'Non ti preoccupare madre ora vado a riposare', mi ha scritto. Lei spesso mi chiamava madre, era uno scherzo tra noi".

Lutto cittadino a Senago

"Abbiamo già deciso di proclamare il lutto cittadino e ho dato disposizione di mettere le bandiere a mezz’asta". Lo annuncia all’Adnkronos Magda Beretta, sindaca di Senago, il comune alle porte di Milano dove è stata uccisa Giulia. Nei quattro giorni di ricerche, l’apprensione era cresciuta a Senago e diminuite le speranze di ritrovare viva la 29enne. "Purtroppo è andata come tutti da ieri temevamo", racconta la sindaca, che appena scoperto del ritrovamento del corpo di Giulia, ha scritto alla famiglia Tramontano, con cui negli ultimi giorni si sta mantenendo in contatto. "Posso solo immaginare cosa stiano provando", dice Beretta, che oltre al lutto cittadino e le bandiere del Comune a mezz’asta - fa sapere -"valuterò altre iniziative per manifestare la nostra vicinanza".

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