Così all'Adnkronos il fratello dell'attivista ucciso a Cinisi da Cosa Nostra il 9 maggio 1978
di Elvira Terranova
"Io sono indignato, ma davvero molto indignato. Sono sempre stato un garantista ma queste scarcerazioni sono aberranti. Oggi mio fratello Peppino sarebbe estremamente deluso da questo Stato". Lo ha detto All’Adnkronos Giovanni Impastato, fratello di Peppino, l’attivista ucciso il 9 maggio 1978 con una bomba sui binari a Cinisi da Cosa nostra. "Quello che sta accadendo in questi giorni mi sconvolge - dice Giovanni, impegnato con le manifestazioni in ricordo del fratello solo virtuali quest’anno per il Coronavirus - sono convinto che anche i peggiori mafiosi hanno dei diritti e vanno curati però mi pare che si stia esagerando. Mi sembra una scusa per tirarli fuori tutti, piano piano".
"In questa lista ci sono solo mafiosi e questa cosa mi insospettisce un po' - dice -. Questo mi dà fastidio. Sono indignato perché ci sono molti mafiosi. C’è poca speranza che si possano redimere". E alla domanda se, come dice il pentito Mutolo all’Adnkronos, dietro le scarcerazioni c’è la trattativa Stato-mafia, dice: "Non lo escludo, può anche darsi ma non lo possiamo dimostrare. In base a quello visto in Italia tutto è possibile. Infatti secondo me il decreto per riportarli in carcere è ridicolo e anche anticostituzionale. La frittata ormai è fatta. Oggi Peppino sarebbe deluso da tutto questo".